Il gip di Taranto Francesca Todisco ha respinto il piano di interventi immediati formulato dall‘Ilva per il risanamento degli impianti inquinanti e il mantenimento di un minimo di produzione. La Procura, qualche giorno fa, già si era espressa in tal senso. Per il gip, “I beni in gioco- salute, vita e ambiente, ma anche il diritto ad un lavoro dignitoso ma non pregiudizievole della salute di un essere umano- non ammettono mercanteggiamenti“. Il giudice ha anche respinto le richieste di remissione in libertà avanzate dagli avvocati di Emilo e Nicola Riva, ex presidenti dell‘Ilva, e di Luigi Capogrosso, direttore dello stabilimento di Taranto fino allo scorso giugno. I tre sono accusati di disastro ambientale colposo e doloso, avvelenamento di sostanze alimentari, omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, getto e sversamento di sostanze pericolose e inquinamento atmosferico.
Il “piano di investimenti immediati” era stato presentato il 18 settembre dal presidente Ferrante in procura,ma non piacque da subito, nè ai sindacati, nè agli ingegneri-custodi giudiziari Barbara Valenzano, Emanuela Laterza e Claudio Lofrumento. Tale piano prevede lo stanziamento di 400 milioni di euro, dei quali 146 già impegnati per interventi in corso o programmati. Troppo poco, però, per coloro che hanno espresso parere contrario, e gli investimenti sarebbero scarsi soprattutto rispetto alla direttiva consegnata il 17 settembre dai custodi giudiziari all’azienda, nella quale erano indicati con precisione gli interventi da svolgere per il risanamento dell’impianto.
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