Una cerimonia al quartier generale: così l’FBI ha commemorato la morte del giudice italiano ucciso dalla mafia il 23 maggio 1992. Il direttore Robert S. Mueller, affiancato da due suoi predecessori e alla presenza di molti dignitari italiani invitati per l’occasione, ha ricordato Giovanni Falcone definendolo “un coraggioso avversario della Mafia e uno dei primi sostenitori della cooperazione internazionale nella lotta al crimine organizzato”, e rievocando le drammatiche circostanze della strage di Capaci, in cui insieme al giudice avevano trovato la morte anche la sua compagna e tre uomini della scorta.
Uno dei meriti principali di Falcone per l’FBI è stato quello di aver individuato subito la fondamentale importanza della cooperazione nazionale e internazionale nell’ambito della lotta alla criminalità organizzata. Mueller nel suo discorso ha dunque focalizzato l’attenzione proprio su questa tematica: “molto prima che la parola globalizzazione divenisse un termine diffuso, il giudice Falcone capì che nessun dipartimento o Paese può combattere il crimine da solo e fece infatti di tutto per coltivare rapporti forti, amicizie, qui negli Stati Uniti e altrove nel mondo”.
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