Domani la Spagna va al voto: oltre 36milioni gli aventi diritto. Il paese iberico archivia dunque la lunga era Zapatero. Il leader del Partito Socialista è stata presidente del consiglio per 8 anni. Considerato, fino a pochi mesi fa, simbolo della rinascita spagnola, Zapatero è stato invece travolto dalla crisi economica, che ha fatto crollare il suo consenso. La Spagna vive una situazione drammatica, per certi aspetti peggiore ancora di quella nostrana. Lo spread dei titoli di Stato è in continua ascesa e la disoccupazione è a livelli da record. L’ultimo rilevamento dice che i senza lavoro sono il 21,5%. Si tratta di una percentualmente più che doppia rispetto a quella italiana. Tra i paesi industrializzati, nessuno presenta una situazione di questo genere.
I media iberici prevedono una vittoria schiacciante da parte di Mariano Rajoy del Partito Popolare (centrodestra) nei confronti del socialista Alfredo Perez Rubalcaba (centrosinistra). Gli indignados spagnoli dicono che non voteranno nessuno dei due. Invitano a optare per i partiti minori, a scrivere sulla scheda il dato sui disoccupati, oppure a mettere una fetta di prosciutto in mezzo alla scheda. Intanto, a propositivo di indignados, Roberto Saviano oggi è a New York per parlare con loro.