Nell’ultima serata del Festival di Sanremo 2018 targato Claudio Baglioni e vinto da Ermal Meta e Fabrizio Moro, è Pierfrancesco Favino a emozionare il pubblico.
L’attore romano, prestato all’Ariston all’istrionismo della conduzione, è tornato al suo dna di attore con la recitazione emozionando in un toccante monologo tratto da La notte poco prima delle foreste, atto unico del drammaturgo e regista francese Bernard-Marie Koltès del 1977.
Cinque lunghi, intensi minuti in cui Favino (qui il video su RaiPlay) seduto da solo, nel buio della sala si cala nei panni di una figura maschile con un accento straniero, che raccontare con rabbia e con dolore la condizione di un uomo che ha sempre e solo dovuto subire nella vita. Una storia di esclusione che racconta il punto di non ritorno della nostra società che racconta di uno straniero, un diverso, un estraneo che ha cercato in tutti i modi di diventare un eguale.
Un monologo toccante che adesso suona come un appello antirazzista che non ha potuto non emozionare il pubblico.
Un testo a cui Favino è particolarmente legato e che sta portando in tournée (fino a pochi giorni fa in scena al Teatro Ambra Jovinelli di Roma con la regia di Lorenzo Gioielli) e che grazie alla televisione ha raggiunto un pubblico che difficilmente non avrebbe potuto raggiungere.
Mi sono imbattuto in questo testo un giorno lontano, mi sono fermato ad ascoltarlo senza poter andar via e da quel momento vive con me ed io con lui. Mi appartiene, anche se ancora non so bene il perché.
E’ uno straniero che parla in queste pagine . Non sono io, la sua vita non è la mia eppure mi perdo nelle sue parole e mi ci ritrovo come se lo fosse. Il suo racconto mi porta in strade che non ho camminato, in luoghi che non ho visitato.
Scrive Favino nelle note dell’attore sullo spettacolo riuscendo a portare un po’ di teatro anche sul palco dell’Ariston.
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