Lo scorso 22 novembre il Parlamento rumeno ha approvato una legge che legalizza la cattura degli animali randagi e la loro uccisione. Il provvedimento ha avuto 168 consensi e 111 pareri contrari. Tante le associazioni animaliste che sono scese in campo per fermare questo scempio e far abolire questa assurda proposta di legge, ma nulla è cambiato. Anche l’Unione Europea è intervenuta in merito, citando l’articolo 13 del Trattato di Lisbona, che tutela gli animali, in quanto esseri senzienti.
Entro tre gioni dalla cattura, i randagi possono essere ammazzati. Un omicidio di massa di animali che hanno l’unica colpa di non avere un padrone che si occupi di loro. Il Parlamento della Romania, dunque, con queste pratiche barbare, intende limitare anche il fenomeno del randagismo. Gli animali che verranno portati al patibolo saranno quelli malati, aggressivi e pericolosi per la salute dell’uomo.
I sindaci hanno il potere di decidere quali animali devono essere giustiziati: anche chi vorrebbe adottare un cane condannato a morte, troverebbe molte porte chiuse, in termini sia economici, sia di idoneità del cucciolo, per il quale i futuri padroni adottivi dovrebbero pagare anche una tassa di adozione, che in Romania di certo non si possono permettere, visto l’alto tasso di disoccupazione. L’associazione ‘Four Paws’ (quattro zampe) afferma che “Non c’è nessuna evidenza scientifica del fatto che rimuovere i cani dalla strada abbia un impatto significativo nel ridurre la densità della popolazione canina o la diffusione di malattie come la rabbia“.