Diverse considerazioni da fare in merito ai possibili alluvioni in Italia. Durante un evento importante per il nostro Paese, come quello della Settimana per l’energia e la sostenibilità, sono stati evidenziati i numeri piuttosto preoccupanti sui rischi idrogeologici in Italia. Nel dettaglio i dati sono arrivati da Confartigianato, il cui presidente Marco Granelli ha spiegato come il nostro Paese sia totalmente a rischio.
Fattori da valutare parlando dei possibili alluvioni in Italia
Basti pensare come ci siano 5.707.465 cittadini stanziati in zone della Penisola classificate come a rischio frane. Nelle stesse aree operano 405.240 imprese. Nei territori a elevato rischio alluvione vivono invece 2.431.847 di italiani e lavorano 225.874 aziende. I pericoli derivanti dal cambiamento climatico sono temuti principalmente in Italia ed in effetti il 2023 ha mostrato questi eventi di grave impatto.
La nostra Penisola è sempre più a rischio di frane e soprattutto alluvioni, quest’ultime ormai sono purtroppo un problema frequente che provoca non solo vittime, ma danni economici enormi. Il problema è che in queste zone a rischio vivono tantissime persone e soprattutto c’è una grande proliferazione di aziende, ossia di lavoro.
Secondo i dati di Confartigianato ben il 15% della popolazione italiana è situata in zone a rischio alluvioni e frane. Gli edifici posti in zone a alto e medio rischio sono 2,1 milioni. Le regioni maggiormente in pericolo sono: l’Emilia-Romagna, la Toscana, la Campania, il Veneto, la Lombardia e la Liguria. Il problema non è dato, secondo i vari esperti, dalla fragilità geomorfologica di tali zone, quanto piuttosto dalla violenza con cui gli agenti atmosferici si scagliano sul nostro Paese.
Questo problema è dato dai tantissimi giorni di siccità, seguiti poi da piogge torrenziali. Tutto quindi è collegato al riscaldamento globale ed alla crisi climatica che ormai è una problematica dell’intero Pianeta. Bisognerebbe puntare su una miglior prevenzione. Gli italiani percepiscono questo cambiamento, sono spaventati dai continui disastri ambientali che arrivano dall’instabilità climatica e purtroppo i numeri non possono fare altro che evidenziare come tali paure siano fondate.
Infatti soltanto lo scorso anno, emerge dalla ricerca, si sono contati 378 eventi climatici classificati “di grave impatto”, in aumento del 22% rispetto a quelli del 2022. Per Confartigianato è fondamentale usare in maniera rapida le risorse del Pnrr, da investire per tutelare l’ambiente e chiaramente con la messa in sicurezza delle zone che sono più soggette al dissesto. Bisogna fare manutenzione e realizzare infrastrutture che siano adeguate. Il problema è serio ed il rischio che la situazione possa degenerare con il passare degli anni è elevatissimo. Occhio dunque agli alluvioni in Italia.