Botta e risposta tra il premier Matteo Renzi e il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi sul tema delle riforme. L’ex Cavaliere, infatti, intervenendo in collegamento telefonico con la kermesse in corso a Bari per l’avvio della campagna elettorale di Francesco Schittulli, candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Puglia, ha annunciato:
“Oggi si apre davanti a noi, con tutto il centrodestra finalmente di nuovo insieme, una nuova fase che partirà martedì quando voteremo contro le riforme e diremo no all’arroganza e alla prepotenza del Pd che è stato incapace di cambiare se stesso e il Paese. Speravamo con Renzi di chiudere vent’anni di guerra strisciante. Abbiamo imparato a nostre spese che il partito viene prima del Paese, che i cambiamenti servivano solo a privilegiare una parte politica. Non siamo stati noi a tradire“.
Berlusconi ha inoltre rilanciato la sua idea di riunire di nuovo tutto il centrodestra, spiegando che “l’obiettivo comune è sconfiggere la sinistra“. Dal leader della Lega Nord Matteo Salvini è giunta una parziale apertura su questo proposito: “Martedì ci sono in Parlamento le riforme di Renzi: se Fi vota contro, come normale, poi ragioniamo fra opposizioni“. Renzi, invece, intervenendo nella sua E-News, ha fatto chiaramente capire di voler tirare dritto sulle riforme, nonostante il “no” di Berlusconi e i malumori della minoranza del Pd: “Ci siamo. Martedì andiamo alla Camera con il voto finale della seconda lettura, puntiamo al referendum finale perché per noi decidono i cittadini, con buona pace di chi ci accusa di atteggiamento autoritario” ha scritto.
Il premier ha anche fatto capire alla minoranza democratica che non vi saranno cambiamenti sulla legge elettorale: “Certezza del vincitore, ballottaggio, garanzia di governabilità, parità di genere, metà preferenze e metà collegi” saranno i principi cardine dell‘Italicum, ha spiegato Renzi, per la cui approvazione, ha aggiunto, “manca l’ultima lettura- quella finale- alla Camera”. La minoranza del Pd, però, starebbe già pensando di fare “un’azione simbolica” martedì, astenendosi o non partecipando all’ultimo voto sulla riforma costituzionale alla Camera, dopo aver votato, seppur malvolentieri, gli emendamenti.
Nella e-news, Renzi ha inoltre sostenuto che “l’Italia sta ripartendo“, spiegando che ciò sta avvenendo grazie alla “solidità delle nostre riforme“, e ha citato in proposito quella del mercato del lavoro, i “tanto criticati ottanta euro” e le “misure innovative sulla legge di stabilità”, oltre alla “recuperata credibilità internazionale del Paese“. Il presidente del Consiglio ha anche annunciato che, sulla riforma della scuola, “in settimana concludiamo l’esame in Cdm e presentiamo il disegno di legge al Parlamento chiedendo di discuterlo velocemente”, e sempre in settimana la Commissione al Senato dovrebbe licenziare il ddl Madia sulla riforma della pubblica amministrazione, che passerà poi al vaglio dell’aula.
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