“Negro non capace di lavorare ma capace di prendere soldi” era la scritta che campeggiava sul cartello di lavoro di un operaio cingalese, che veniva etichettato “sporco negro” dal suo datore di lavoro.
La “vendetta” si è consumata oggi grazie al gup di Milano Andrea Salemme, che ha condannato il proprietario di una piccola ditta di Segrate a due anni e mezzo di reclusione per maltrattamenti con l’aggravante dell’odio razziale. In più il gup ha disposto un risarcimento danni pari a 30mila euro.
La condanna segue la querela del dipendente, che ha dovuto subire l’ultimo sopruso il 13 maggio dello scorso anno, quando venne malmenato con calci e pugni a causa della richiesta di un giorno di ferie.
I gup ha così descritto le motivazioni della sentenza, definendo quello del datore di lavoro un “razzismo volgare” e ha continuato: “la deriva verso l’inciviltà non deve trovare proseliti in un luogo di lavoro“.
Secondo Andrea Salemme, “il concetto del padronato denuncia accenti schiavistici che appartengono a parentesi oscure della storia dell’umanità: quanto di più lontano dall’ossequio dovuto alla dignità del lavoratore“.