Risale ormai a due anni e mezzo fa’ la polemica fra il papa Benedetto XVI ed il presidente francese Nicolas Sarkozy sulla piaga dell’Aids, provocando una delle polemiche più forti dell’inizio del pontificato del papa tedesco. Durante un suo discorso Ratzinger spiegò che l’uso del preservativo era peccato, in quanto metodo contraccettivo, e non era possibile utilizzarlo senza peccare neanche per difendersi da malattie sessuali come l’Aids.
Allora il premier francese rispose beffardamente che piuttosto che dire simili corbellerie il papa avrebbe fatto meglio a contribuire alla protezione delle popolazioni africane, che subivano ormai da decine di anni il contagio. Lo stesso presidente francese inviò poi un milione di preservativi in dono nei paesi africani in gesto di sfida al dictat papale, visto che il principale mezzo di trasmissione è proprio la via sessuale, che nei paesi poveri come quelli africani, dove il controllo delle nascite è praticamente assente, significa una percentuale di contagio altissima ed un numero di sieropositivi maggiore del mondo.
Ieri Benedetto XVI ha pronunciato un discorso più prudente e meno diretto, senza tuttavia cambiare la sostanza del messaggio ed ha mostrato la sua vicinanza ai malati di questo terribile virus che distrugge le difese immunitarie del malato portandolo in breve tempo alla morte. Il papa lo ha fatto nell’omelia della messa celebrata a Cotonou, dove lo hanno ascoltato fedeli provenienti da tutta l’Africa occidentale. Oggi il papa è partito dal Benin, dopo una visita di tre giorni, consegnando poi messaggi ai cristiani africani con un sinodo dei vescovi della regione. In serata è previsto il suo ritorno all’aeroporto di Ciampino.
Le visite africane hanno segnato una svolta nella presenza cattolica in Africa, dove il cristianesimo contende all’islam il primato di religione più diffusa, la dove nell’Africa del nord impera la religione musulmana, mentre nel sud è diffuso sia il cattolicesimo, che il cristianesimo evangelico.