E’ durato circa mezz’ora l’incontro tenutosi questa mattina al Quirinale tra Papa Francesco e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, la prima visita di papa Bergoglio al Capo dello Stato, un incontro che molti hanno definito “storico”, anche se prima dell’attuale pontefice erano stati sei i papi che si erano recati in visita al Quirinale dall’Unità d’Italia ad oggi. Papa Francesco ha voluto mantenere il suo stile sobrio, ed è quindi arrivato al Colle poco prima delle 11 a bordo di una Ford Focus, percorrendo il centro di Roma senza sirene nè scorte particolari, e senza i corazzieri che altre volte avevano accompagnato i pontefici al Quirinale. Una volta varcato il Portone Principale, il Papa è entrato nel Cortile d’Onore del Quirinale, dove ad attenderlo vi era il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Un picchetto militare ha quindi reso gli onori militari, e la banda dell’Esercito ha intonato gli inni nazionali. Ad attenndere il Papa vi era anche una delegazione del governo italiano, composta dal premier Enrico Letta e da alcuni ministri, fra cui quello dell’Interno Angelino Alfano e il ministro degli Esteri Emma Bonino. La delegazione vaticana era invece composta di otto persone. Napolitano, rivolgendosi al Papa, ha parlato di “genuina vicinanza e affetto”, sentimenti che, ha spiegato, “la sua figura, il suo modo di rivolgersi a tutti noi, il suo impegno pastorale, hanno suscitato fin dai primi momenti del suo pontificato“, mentre “a tutti, credenti e non credenti, è giunta attraverso semplici e forti parole la Sua concezione della Chiesa e della fede”.
Il Capo dello Stato ha poi sottolineato che l’Italia vive una “faticosa quotidianità, dominata dalla tumultuosa pressione e dalla gravità dei problemi del paese e stravolta da esasperazioni di parte in un clima avvelenato e destabilizzante”, e siamo ben lontani dalla “cultura dell’incontro” e del “dialogo” spesso invocata dal Pontefice. Per Napolitano, la classe dirigente italiana dovrebbe prendere esempio da Bergoglio per l’impegno con il quale affronta la sua missione. Il Santo Padre ha invece affermato: “Vorrei idealmente bussare alla porta di ogni abitante di questo Paese, dove si trovano le radici della mia famiglia terrena, e offrire a tutti la parola risanatrice e sempre nuova del Vangelo”.
Il Papa ha poi parlato della crisi economica, che, ha affermato, ha “tra gli effetti più dolorosi l’insufficiente disponibilità di lavoro”, e di fronte alla quale “è necessario moltiplicare gli sforzi per alleviarne le conseguenze e per cogliere e irrobustire ogni segno di ripresa”, e ha poi affrontato il tema della famiglia, che, ha detto, “ha bisogno della stabilità e della riconoscibilità dei legami reciproci, per dispiegare pienamente il suo insostituibile compito e realizzare la sua missione“. Prima dei discorsi ufficiali, nella Sala degli Arazzi di Lillà si è svolto lo scambio di doni tra il presidente della Repubblica e il pontefice: Napolitano ha regalato a Papa Francesco una “Veduta della Piazza di Monte Cavallo”, incisione all’acquaforte del 1883 di Giovanni Battista Piranesi, mentre Bergoglio ha ricambiato con due fusioni in bronzo di Guido Veroi: “San Martino” e “Solidarietà e pace”.