La bufera che si è scatenata nei giorni scorsi sull’opportunità di rendere la chiesa esente dalla tassazione Ici continua a portarsi i suoi strascichi anche nel week end e probabilmente anche oltre. I politici si dividono, ma la questione è complicata e stralci di verità vengono raggiunti solo a fatica dal polverone che si è alzato, rischiando più di far tossire discorsi ideologici piuttosto che far emergere una maniera sana ed intelligente di affrontare la problematica.
Mentre dall’Udc viene addirittura un invito a ringraziare il clero, in quanto pagherebbe anche più di quanto dovrebbe, ci sono le forze di centro-sinistra che insistono sulla poca trasparenza di una manovra che va a colpire anche le fasce più deboli della popolazione, ma non un ente ricco come quello del clero cattolico.
In una posizione intermedia si pone invece Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo vicario del pdl al Senato, il quale vorrebbe impostare la tematica in maniera più logica e determinare in primo luogo che attaccare solo la Chiesa sarebbe porre la questione in maniera imprecisa o comunque fuorviante.
Secondo il senatore del pdl: “porre la questione solamente in termini di Ici per la Chiesa è fuorviante ed ideologico. Esistono esenzioni fiscali per le attività non lucrative, di cui beneficiano non solo le confessioni religiose, ma ad esempio anche i sindacati e la vasta galassia dell’associazionismo.”
Verrebbe da dirgli che ha ragione, perché mai andare a colpire le associazioni senza scopo di lucro visto che agiscono proprio per aiutare gli altri in difficoltà nei periodi difficili come questi? Il problema è che la chiesa cattolica è anche uno stato e come tale ha interessi economici ed attività commerciali competitive, che pertanto non rientrano affatto nella sfera della beneficenza, pertanto chiedergli di pagare le tasse non sarebbe voler colpire chi aiuta il prossimo, ma solo ottenere il legittimo contributo alla società da chi per troppo tempo ha avuto un privilegio sfruttando un cavillo, una definizione giuridica.