I giudici del tribunale di Milano hanno momentaneamente sospeso l’udienza del processo che vede imputato Silvio Berlusconi per il caso Ruby, in attesa di ricevere la documentazione relativa al ricovero dell’ex premier presso l’ospedale San Raffaele per uveite. Secondo la Procura tuttavia, questo disturbo agli occhi, assimilabile ad una sorta di congiuntivite, non sarebbe invalidante al punto da rinviare l’udienza.
Pertanto, il procuratore aggiunto Ilda Boccassini, che oggi dovrebbe tenere la requisitoria finale, ha chiesto ai giudici di respingere l’istanza di rinvio, poiché i problemi di salute addotti dagli avvocati di Berlusconi ”non sono un legittimo impedimento assoluto”. Per il pm si tratta infatti di ”un’escalation di certificati medici” presentati ad hoc, proprio con l’intento di posticipare la requisitoria.
La pubblica accusa ha quindi brevemente ricordato i diversi fax che nei giorni scorsi sono pervenuti presso il collegio per presentare richiesta di rinvio: il 6 marzo il legittimo impedimento riguardava una riunione a Palazzo Grazioli per l’analisi del voto, richiesta successivamente annullata e sostituita con una nuova motivazione, legata questa volta alle condizioni di salute dell’imputato. Il primo certificato medico, che risale al 5 marzo, evidenzia “un’uveite bilaterale con almeno sette giorni di totale riposo e cure a domicilio”, tuttavia già il giorno successivo, contestualmente all’invio del primo fax che si riferiva all’impedimento di natura politica, viene rilasciato un secondo certificato, in cui sparisce la parola “almeno” riferita ai giorni di riposo consigliati e vengono presentate delle controindicazioni riguardanti l’esposizione alla luce. Infine, la difesa di Berlusconi presenta un’ulteriore certificato medico che sottolinea “le gravi conseguenze che può portare tale patologia”.
“Non sono un medico – ha spiegato Ilda Boccassini – ma tutte le conseguenze un medico serio avrebbe dovuto evidenziarle fin da subito. Ciò significa che c’è stata un’escalation di certificati per far sì che l’udienza di oggi non venga svolta”.
I giudici del tribunale di Milano dovranno ora valutare l’eventualità di rinviare effettivamente l’udienza e si sono chiusi in camera di consiglio per decidere.