La battaglia legale fra il presidente del consiglio Silvio Berlusconi ed i pm di Milano continua, questa volta in una nuova puntata del processo Mills. Mentre la procura di Napoli affila le lame dell’accompagnamento coatto i giudici milanesi premono il piede sull’acceleratore per tema che la prescrizione (che arriverebbe a gennaio) renda vano il procedimento giudiziario.
La decisione presa per evitare questa eventualità è quantomeno discutibile; infatti verrebbero ad essere tagliati numerosi testimoni della difesa, riducendo quindi ad 1 il numero di testimoni (lo stesso Mills condannato e poi prosciolto per prescrizione). Si spera in questo modo di emettere la sentenza entro, se non prima, di Natale. Berlusconi non ha voluto commentare questa decisione e si è presentato al Palazzo di Giustizia verso le 11. Questa volta nessuno schieramento di sostenitori e detrattori, solo pochi passanti e qualche cronista che riescono ad intercettarlo e chiedergli come si sentisse. “Io bene, voi invece avete della facce bruttissime” ha risposto con un sorriso stentato il premier. Ha poi assistito all‘estremo appello per salvare il processo. Il pubblico ministero ha chiesto di anticipare i tempi delle rogatorie in Inghilterra lanciato dal collega Fabio De Pasquale ed anche la sua faccia non ha assunto una bella espressione.
La decisione fa andare su tutte le furie i legali del presidente del consiglio, i quali, Ghedini in testa, spiegano: “la presenza della difesa è ormai inutile in questo processo, è una decisione incredibile, perchè noi non abbiamo spazi di manovra: la presenza della difesa in un processo diventa inutile quando non ti fanno ascoltare i testimoni!” In effetti prima del blocco estivo erano state fissate udienze per ben dieci testimoni, di cui otto da sentire con rogatoria in Inghilterra, mentre adesso rimane solo quella prevista per il 24 ottobre dell’ex avvocato del premier David Mills. Ha poi continuato lo stesso Ghedini commentando sull’udienza del 28 ottobre che vedrebbe al banco Berlusconi stesso come imputato: “se Berlusconi si farà interrogare lo deciderà lui, comunque qualsiasi atto di difesa di fronte alla decisione di oggi è inutile.”
Considerando quindi le altre due date fissate per il 19 e il 26 novembre, si potrà arrivare tranquillamente, dopo requisitoria e arringa, al verdetto prima della fine dell’anno. La situazione diventa quindi sempre più complicata, ma se sul fronte giudiziario Berlusconi incassa su quello politico ci sono segni di stabilizzazione; infatti Calderoli rettifica su delega di Bossi le affermazioni degli ultimi giorni dicendo che “il governo Berlusconi mangerà il panettone e pure la colomba, avanti fino alla fine della legislatura”.