Phobos Grunt ritorna a casa. La sua missione é finita e non ruoterà più intorno all’orbita terrestre, anche se ci sono dei dubbi e delle perplessità per quel che concerne l’atterraggio della sonda, che potrebbe recare qualche problema, in quanto potrebbe impattare la Terra tra il 14 e 16 gennaio. A comunicarlo l’Agenzia Spaziale Russa, che ha portato avanti la missione spaziale. Secondo i calcoli degli esperti, Phobos Grunt dovrebbe cadere nell’Oceano, a ovest dell’isola di Java.
Gli ingegneri monitorano costantemente Phobos: nonostante i calcoli minuziosi, ci sono comunque delle probabilità che l’atterraggio non segua proprio i piani previsti. La sonda dovrebbe cadere, dunque, tra il 51° grado di latitudine a Nord e il 51° grado di latitudine a Sud. Phobos fu lanciata in orbita l’8 novembre 2011 in Kazakhstan, nella base di Baikonur: essa si sarebbe dovuta dirigere verso Marte, ma si è fermata nell’orbita terreste, a causa di un guasto che le ha impedito di raggiungere il pianeta rosso. Non sono ancora chiare le ragioni per le quali la sonda ha subito danni durante la missione: in Russia, però, diversi funzionari russi parlano di un vero e proprio sabotaggio, che ha decretato il fallimento del lancio di Phobos e la perdita di ben 165 milioni di dollari stanziato per tale scopo.
D’altronde, non si tratta del primo flop: infatti, a febbraio un missile non è riuscito a indirizzare nella giusta orbita il satellite che trasportava, mentre ad agosto sono stati bruciati altri 300 milioni di dollari per un altro satellite, di cui erano danneggiate le tlc. Per quanto riguarda Phobos, la preoccupazione degli scienziati ruota intorna alle 7,5 tonnellate di combustibile tossico che la sonda, per l’appunto, trasporta, le quali potrebbero bruciare una volta entrate a contatto con l’atmosfera. Al Roscomos, però, affermano che il combustile si brucerà nella parte alta della stessa atmosfera, senza provocare danni o pericoli.