Benedetto XVI ha celebrato la messa nella Basilica di San Pietro, in occasione della Giornata Mondiale per la Pace. Il Pontefice afferma che “il mondo ha bisogno di pace come e più del pane”. Tale impostazione dovrebbe partire dai giovani, che rappresentano il futuro e che hanno un compito basilare: essere portatori di pace. Questi i temi affrontati nell’Angelus, recitato alla finestra della piazza romana e che, come sottolinea il Pontefice, sono presenti anche nel Vangelo, dove sono contemplate giustizia e pace. Presente alla messa anche il Cardinale Tarcisio Bertone, il Cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, Monsignor Angelo Becciu, Monsignor Dominique Mamberti, Monsignor Mario Toso e Monsignor Pier Luigi Celata.
Il Santo Padre ha dichiarato quanto segue:
I ragazzi e le ragazze di oggi crescono in un mondo che è diventato, per così dire, più piccolo, dove i contatti tra le differenti culture e tradizioni, anche se non sempre diretti, sono costanti – quindi per loro – più che mai, è indispensabile imparare il valore e il metodo della convivenza pacifica, del rispetto reciproco, del dialogo e della comprensione,
aggiungendo, inoltre, che “i giovani sono per loro natura aperti a questi atteggiamenti, ma proprio la realtà sociale in cui crescono può portarli a pensare e ad agire in modo opposto, persino intollerante e violento – e che per questo é necessario impartire loro solamente “una solida educazione della loro coscienza” che “può metterli al riparo da questi rischi e renderli capaci di lottare sempre e soltanto contando sulla forza della verità e del bene». In questo modo, dunque, le nuove generazioni saranno composte da uomini e donne “veramente pacifici e costruttori di pace“, che sapranno affrontare i conflitti senza prepotenza e con grande spirito di conciliazione.
In piazza sono stati, inoltre, liberati tanti palloncini blu da parte dei giovani della Comunità di Sant’Egidio. Mario Marazziti, portavoce della comunità, ha dichiarato che la grande adesione a questa giornata di pace, di circa 10 mila persone, rappresenta “un segno chiaro inviato ai giovani” i quali possono “costruire una cultura della pace nella vita quotidiana, contro una cultura del disprezzo”.