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Pakistan, finalmente ci sono i nomi di chi uccise Benazir Bhutto

Pakistan, finalmente ci sono i nomi di chi uccise Benazir Bhutto

Benazir Bhutto ha ricoperto per due volte la carica di Primo Ministro del suo paese: nel 1988, nel 1990, nel 1993 e nel 1996. La donna ha ricoperto un ruolo chiave nelle istituzioni di un Pakistan laico, indipendente e slegato dal fondamentalismo islamico, pur mantenendo un’identità precisa e forte di una civiltà vecchia di migliaia di anni. La Bhutto fu uccisa il 27 dicembre del 2007 in un attacco suicida durante il suo comizio a Rawalpindi, a circa 30 km dalla capitale Islamabad.

Nel corso dell’attentato morirono altre 20 persone ed altre 30 ne rimasero ferite. Gli attentatori tentarono di farsi largo durante il corteo sparando colpi d’arma da fuoco, ma accorgendosi di venire sopraffatti da una folla imbestialita hanno fatto scoppiare la loro carica esplosiva una volta arrivati all’ingresso principale del luogo dove si erano radunate migliaia di persone per assistere al comizio. L’ex primo ministro fu gravemente ferita a causa dello spostamento d’aria dovuto alla deflagrazione e fu trasportata d’emergenza all’ospedale, ma per lei non ci fu nulla da fare e spirò prima della fine della giornata.

Adesso insieme ai cinque talebani già arrestati per aver partecipato e cospirato per l’attentato sono stati accusati anche due poliziotti che quella sera parteciparono alle operazioni di sicurezza del corteo. Secondo le indagini dei magistrati pakistani questi membri delle forze dell’ordine, fra i primi ad indagare e disporre del materiale probatorio utile ad individuare i colpevoli, hanno approfittato della loro posizione per distruggere le prove ed occultare i fatti.

A distanza di ormai quattro anni dalla morte della leader dell’opposizione Benazir Bhutto la rabbia è ancora forte ed il ricordo indelebile dell’ex primo ministro è troppo forte per sopportare che due persone che avrebbero dovuto proteggere quella persona l’hanno invece tradita. Sono state necessarie delle pesanti scorte armate per proteggere i due agenti fino ai luoghi di detenzione. Adesso bisognerà seguire in aula le audizioni per vedere se le accuse mosse da un giudice a Rawapindi, dove la defunta leader politica è stata uccisa, possano effettivamente essere dimostrate.

 

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