Il presidente degli Stati Uniti Barak Obama aveva fatto durante la sua campagna elettorale, come maggior punto di distanza con la precedente amministrazione repubblicana di Bush, un uso particolarmente efficace del vessillo di chi desiderava il ritiro delle forze americane dall’Iraq. Oggi annuncia che gli ultimi 40000 soldati, dei quasi 150000 inizialmente stanziati, si ritireranno entro pochi mesi dal paese fra il Tigri e l’Eufrate. Il paese viene considerato abbastanza forte da controllare il proprio territorio.
“Oggi posso annunciare quello che era stato promesso: tutte le nostre truppe saranno a casa per Natale. Dopo quasi nove anni la guerra in Iraq è finita. La marea della guerra si ritira.” Sono le parole di Obama durante una veloce conferenza stampa, quasi fosse un annuncio marginale, volendo quasi dare l’impressione che per il presidente realizzare le promesse elettorali è una cosa di quotidiana amministrazione.
Gli Stati Uniti quindi andranno via da Bagdad entro il 2011, mentre la Nato annuncia entro il 31 ottobre la fine delle operazioni in Libia. Insomma nonostante quello contro il regime dell’ormai defunto Gheddafi non fosse che un piano fatto di qualche raid aereo, il presidente americano archivia due conflitti in una volta sola e guadagna grandi consensi per il ritorno di così tanti soldati a casa, dopo 9 anni in cui sono periti migliaia di soldati a stelle e strisce fuori dal suolo americano.
L’annuncio è arrivato dopo una videoconferenza con il primo ministro iracheno Nuri al-Maliki. La decisione arriva in seguito alla decisione del parlamento iracheno di non concedere ai militari americani di stanza sul suo territorio di essere giudicati negli Usa per eventuali crimini, un’immunità giudicata sconveniente che ha costretto Obama ad abbandonare i progetti di lasciare per qualche anno ancora un piccolo contingente di 5000 uomini. Rimarranno invece all’incirca 250 uomini che provvederanno alla difesa dell’ambasciata Usa sul suolo iracheno.
“Da candidato lo avevo detto – ha detto Obama – quando mi sono insediato ho varato una nuova strategia per ridurre il numero di truppe sia in Iraq che in Afghanistan. I soldati andranno via a testa alta e orgogliosi del loro successo. Ora inaugureremo una nuova fase nei rapporti tra Stati Uniti e Iraq, ci sarà una relazione normale tra i due Paesi. Aiuteremo ad addestrare e ad equipaggiare le truppe irachene. Gli Stati Uniti vogliono che l’Iraq diventi un paese sovrano, sicuro e stabile“.