Era stato in precedenza considerato psicotico, schizofrenico e paranoide. Ma in realtà è stato appurato quanto sia sano di mente e dunque penalmente responsabile. Parliamo del tristemente noto Anders Behring Breivik, l’estremista norvegese di estrema destra che il 22 luglio 2011, con due attacchi terroristici coordinati provocò la morte di 77 persone. 69 giovani morirono sull’isola di Utöya, ad un campo giovani organizzato dal partito laburista norvegese, altre 8 persone morirono a Oslo per mano di un potentissimo ordigno piazzato nei pressi dell’ufficio del premier Jens Stoltenberg.
In fondo era ciò che voleva. Essere dichiarato consapevole di ciò che aveva fatto. D’altronde Breivik era ed è convinto di aver compiuto un gesto eroico, che merita di essere premiato. Altro che pentimento. La prima perizia lo aveva giudicato insano e schizofrenico, ma, al contrario, Breivik affronterà il processo a suo carico, che comincerà il prossimo 16 aprile, da persona sana, pienamente capace di intendere e, soprattutto permettetemi, volere i gesti compiuti. La perizia che ha stabilito la sua sanità mentale non è però necessariamente vincolante. Difatti, in luglio, quando il dibattimento processuale terminerà, Breivik sarà sottoposto alla perizia mentale definitiva, sebbene quella appena fatta potrà avere influenza decisiva sui giudici che potranno così decidere se condannarlo o meno all’ergastolo.
Si avete capito bene, ergastolo. Vero è che la pena massima prevista dalla legge norvegese è di 21 anni, ma alla condanna di Breivik potrebbero aggiungersi tutta una serie di pene accessorie che gli garantirebbero, con soddisfazione di gran parte dell’opinione pubblica mondiale, il carcere a vita. C’è da dire, infatti, che condotto nuovamente sul luogo delle stragi, Breivik non ha mostrato alcun segno di pentimento per le stragi compiute, anzi è apparso piuttosto inorgoglito e soddisfatto. Siamo sicuri che l’aula del processo diverrà un vero e proprio sito di propaganda politica per il terrorista che ci auguriamo possa davvero essere processato nella maniera più giusta possibile in memoria delle tanti giovani vite spezzate per sua mano.