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Napolitano boccia le elezioni anticipate: “Non ce n’è motivo”

Napolitano boccia le elezioni anticipate: “Non ce n’è motivo”

Il no di Napolitano all’eventualità di chiudere in anticipo la legislatura e accorpare le elezioni politiche alle regionali di Lazio e Lombardia che dovrebbero tenersi a febbraio ha gelato le aspettative di quelle personalità politiche che avevano cominciato a sperarci.

“A proposito di certe indiscrezioni di stampa – si legge in una nota emessa dal Colle – negli ambienti del Quirinale non si coglie il senso del parlare a vuoto di elezioni anticipate non essendone presentate le condizioni e non emergendo motivazioni plausibili”.

La proposta, formulata dal leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini,nei giorni scorsi e rilanciata dopo il venerdì nero del Governo, battuto per tre volte alla Camera sul dl relativo ai costi della politica, aveva incontrato l’approvazione del segretario della Lega Nord, Roberto Maroni, e del segretario del Pdl, Angelino Alfano.
A fine giugno era stato proprio Casini a gettare acqua sul fuoco perché le elezioni anticipate non avessero luogo in autunno: “sarebbero il segno preoccupante di un’Italia che smarrisce la sua strada”, diceva.

 
Ma da allora ad oggi lo scenario è radicalmente cambiato: la vittoria ai voti del Movimento 5 Stelle in Sicilia ha dimostrato che questo nuovo soggetto politico potrebbe facilmente raggiungere il 25% dei consensi alle elezioni nazionali e l’idea che quello che fino a poco tempo fa era definito “il fronte dell’antipolitica” arrivi a segnare il passo in Parlamento spaventa un po’ tutti i partiti tradizionali. La ventata di novità e ottimismo che il M5S si propone di portare, potrebbe in effetti giocare a tutto sfavore nei confronti di quei partiti che hanno finora sostenuto le misure di austerity attuate dall’esecutivo: è comprensibile dunque la tentazione di prendere le distanze dal Governo Monti.
Napolitano ha fatto chiaramente intendere che, salvo impedimenti plausibili, il Governo dovrebbe portare a termine la legislatura e in questo caso le elezioni ad aprile andranno a coincidere con la scadenza del mandato quirinalizio, in modo da avere il nuovo Parlamento e l’elezione di un nuovo Presidente della Repubblica entro maggio.

 

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