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Napoli: tavolette water usate come tavoli esterni

Napoli: tavolette water usate come tavoli esterni

Le restrizioni causa covid del momento che prevedono la riapertura solo di quei locali che hanno la possibilità di far accomodare i clienti in una zona esterna, ha fatto in modo di accendere l’ingegno di alcuni ristoratori in quel di Napoli. Ovviamente il popolo partenopeo ha dimostrato ancora una volta di essere ingegnoso ed avere una sorta di autoironia fuori dal comune. Attenzione però, che questa non è un’iniziativa permanente ma una sorta di protesta che i lavori del settore hanno voluto fare contro la ‘discriminazione’ tra locali.

“Non si può spaccare in due la categoria dei ristoratori, permettendo solo ad alcuni di lavorare” è stata una delle dichiarazioni che i lavoratori del settore nel quartiere Santa Chiara hanno detto ai giornalisti accorsi per la protesta. Hanno precisato poi che “sono finte tavolette biodegradabili” per mitigare ogni sospetto al riguardo. A parlare poi è la ristoratrice che gestisce “La taverna Santa Chiara” che protesta contro la scelta di far lavorare chi a pochi metri di distanza può usufruire di spazi esterni, lasciando a casa per un altro mese chi invece non ha questa possibilità. Altri ristoratori si sono organizzati con clienti che hanno aderito a petizioni e progetti di crowfunding per impedire che i locali fallissero, gli stessi hanno partecipato volentieri anche a questo flash mob. Anche quando riapriranno alcuni locali dovranno fare comunque i conti con un numero dimezzato di tavoli a disposizione da usare per il distanziamento.

Un paio di settimane fa sempre a Napoli, qualcuno si era ingegnato anche in altro modo, con la costruzione di una sorta di ruota in legno, con supporto utile all’appoggio sui paletti che delimitano il confine tra il marciapiede e la strada. L’idea è stata realizzata sempre come una sorta di risposta alle assurde limitazioni causate dalla confunsione tra zone gialle ed arancioni, contro il coprifuoco imposto dal Governo e sicuramente anche contro la chiusura dei locali senza spazio esterno. Tra l’altro non so se avete notato la calca che si crea nelle zone esterne dei locali è spesso fuori controllo, quindi non possiamo far altro che essere d’accordo con entrambe le proteste sulla distinzione tra locali che effettivamente non porta a nulla, se non a creare disagio in quella categoria di lavoratori che si ritrova ancora una volta a dover fare i conti con la chiusura se non il fallimento della propria attività. Napoli si dimostra quindi eccellente portavoce con una marcata ironia.

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