Ha provocato accesi dibattiti sulla Còrea di Huntington il caso di Kathleen Edward, bambina di nove anni sconfitta dalla precitata malattia.
La storia della piccola Kathleen è salita alla ribalta mondiale nell’autunno del 2010, quando la 33enne vicina di casa Jennifer Petkov – come riportò CBS News – la umiliò su Facebook, pubblicando una foto ritoccata della bambina sovrapposta ad un teschio, in riferimento alla sua vita che sarebbe terminata prematuramente. Non contenta dell’orribile gesto, poco tempo dopo la Petkov tornò sulle testate americane per aver tentato di investire in auto un’altra vicina di casa. In seguito ai fatti, riporta myFOXdetroit, il tribunale decise di assegnare la custodia dei figli della Petkov al padre.
La peggior notizia è arrivata di recente, il 13 gennaio 2012: la bambina è morta in seguito alla lotta contro la malattia di Huntington. Ma, sul web, oltre ai messaggi di cordoglio, sono arrivate anche le interrogazioni sul caso: a quanto riportano Wikipedia ed altre fonti, la malattia esordisce tra i 40 e i 50 anni d’età. C’è chi addirittura, per questo, marchia il caso come “bufala” e sarebbe bello se così fosse, dato il tenore della storia, ma le numerose testimonianze negli anni – riportate precedentemente e comunque verificabili – da parte delle varie testate mondiali confermano la veridicità del caso.
Fonti autorevoli, però, riportano che questo non è l’unico caso della suddetta malattia in giovanissima età. Il sito governativo statunitense dell’US National Library of Medicine riporta di un caso simile, sempre in un ragazzino di nove anni e vi riportiamo di seguito un estratto del testo.
Huntington è una malattia prevalentemente a trasmissione, disordine neurodegenerativo, solitamente d’esordio tra i 40 e 50 anni di vita ma in piccola proporzione presente in pazienti con meno di 20 anni. La forma d’esordio precoce – malattia di Huntington giovanile – è clinicalmente diversa dalla più comune dell’età adulta e prevede forme di declino della capacità cognitiva, parkinsonismo, mioclono e convulsioni.
Riportiamo il caso di un ragazzino con la malattia di Huntington giovanile, con un’età d’esordio davvero precoce (3 anni). La diagnosi clinica sospettata è stata confermata dall’analisi del DNA. Il decorso clinico della malattia era tipico della malattia di Huntington giovanile, ma la diagnosi non era semplice perché non c’era storia di malattie neurodegenerative in famiglia. Il bambino è morto all’età di 11 anni.
Dati molecolari indicano il carattere familiare della malattia, con una forte anticipazione di trasmissione.
Oltre alla conferma del sito governativo degli USA, un altro caso analogo arriva dall’InterX Therapy Center di Dallas. A Missy, una giovanissima paziente – sempre di 9 anni d’età – è stata diagnosticata la malattia di Huntington all’età di 4 anni. A quanto riporta la fonte, la paziente urlava nella notte dal dolore provocato dalla malattia, quando riscontrava tremori, convulsioni e cadute. In questo caso, la clinica di Dallas è riuscita ad aiutarla e a far migliorare le sue condizioni.
Quello di Kathleen è, dunque, un caso sotto le luci dei media anche per la storia del cyberbullismo che ha provocato non poca indignazione, ma di un episodio non unico, seppur molto raro.