Nel corso di un’intervista con il popolare quotidiano dell’ala destra israeliana, Israel Hayom, il più temuto rivale di Barack Obama per le elezioni presidenziali di novembre, il repubblicano Mitt Romney, ha addossato all’attuale Presidente degli Stati Uniti la responsabilità politica della cosiddetta “Primavera araba”.
Le rivolte popolari contro i regimi dittatoriali in Medio Oriente e in Nord Africa, che nel volgere di soli due anni, dal 2011 ad oggi, hanno costretto alle dimissioni o alla fuga ben quattro Capi di Stato, non avrebbero avuto luogo – sostiene Romney – se la “Freedom agenda” messa a punto dall’ex Presidente George W. Bush non fosse stata fermata e accantonata da Obama.
Le esatte parole di Mitt Romney sono state:
“Il Presidente Bush aveva spinto Hosni Mubarak a muoversi verso un assetto più democratico, ma il presidente Obama ha abbandonato la Freedom agenda e noi stiamo vedendo oggi un vortice di tumulti in Medio Oriente in parte perché queste nazioni non hanno accolto le riforme che avrebbero potuto cambiare il corso della loro storia in un modo molto più pacifico.”
Per il candidato repubblicano infatti, la Primavera araba, che ha portato alla vittoria di governi islamici democraticamente eletti in alcuni Paesi come il Marocco e la Tunisia, non rappresenta certo un vantaggio per gli interessi dell’Occidente, quanto piuttosto il contrario.
Romney però non ha spiegato durante l’intervista se sia convinto che, qualora il programma di liberazione dei Paesi oppressi dalla dittatura presentato da Bush fosse stato portato a compimento, questo avrebbe portato alla caduta del governo di Mubarak in favore di un altro governo più democratico o se sarebbe stato costretto piuttosto il dittatore stesso a dover attuare delle riforme interne, dietro formale richiesta da parte degli Stati Uniti.
E’ singolare tuttavia che molti difensori di George W. Bush, quando è cominciata la Primavera araba, abbiano invece affermato che fosse stata proprio la Freedom agenda dell’ ex Presidente a imprimere la principale spinta perché le rivolte avessero luogo e che Obama si stesse rifacendo ad essa.