E’ scontro politico sul tema dell’accoglienza ai migranti, mentre continuano al largo della Libia le operazioni di soccorso delle migliaia di persone alla deriva su quattordici barconi e dopo che si è appreso che l’Italia ha superato la quota dei cinquantamila immigrati sbarcati dall’inizio dell’anno sulle sue coste. Il Ministero dell’Interno chiede infatti da tempo alle regioni del Nord di accogliere parte dei profughi, che, finora, vengono ospitati prevalentemente nel Meridione, ma deve ora fare i conti con il rifiuto dei governatori del Nord, in primis quello della Lombardia, il leghista Roberto Maroni, che ha annunciato: “Ho deciso di scrivere una lettera ai Prefetti per diffidarli dal portare qui in Lombardia nuovi clandestini e ho deciso di scrivere ai sindaci per dirgli di rifiutarsi di prenderli, mentre ai sindaci che dovessero accoglierli ridurremo i trasferimenti regionali, come disincentivo, perché non devono farlo e chi lo fa, violando la legge, subirà questa conseguenza“.
Maroni ha inoltre lanciato un sondaggio su Twitter per interpellare i cittadini sulla gestione degli arrivi. Si schiera con il presidente della Regione Lombardia il governatore veneto Luca Zaia, che in un’intervista al Corriere della Sera ha dichiarato: “Smettiamola con l’illusione di poter sopportare e gestire un esodo biblico“. Anche il neopresidente della Regione Liguria Giovanni Toti ha annunciato: “Non accoglieremo altri migranti come faranno Lombardia, Veneto e Val d’Aosta. L’intervento di Maroni è legittimo”. E’ intervenuto nella polemica anche il premier Matteo Renzi, che ha chiesto di smetterla con la “filosofia dello scaricabarile” e con la “demagogia“, poiché, ha spiegato, “non basta fare comunicati stampa e slogan” per risolvere l’emergenza immigrazione, e ha aggiunto: “Alcuni di quei governatori che si lamentano erano al governo quando è stata decisa la politica che ha condotto alle attuali regole”.
Sulla questione, però, Renzi ha criticato anche Bruxelles, dicendo: “Le proposte che ha fatto l’Ue sulle suddivisione dei migranti al momento sono totalmente insufficienti“. A sostegno del governo è intervenuto invece il presidente della Conferenza delle Regioni e governatore del Piemonte Sergio Chiamparino, che ha affermato: “Bisognerebbe avvertire Maroni che la campagna elettorale è finita“. Chiamparino ha inoltre ammonito: “Un’eventuale interruzione dei trasferimenti ai Comuni sarebbe oggetto di innumerevoli ricorsi”.
Il governo, comunque, è intenzionato a far rispettare le quote di distribuzione dei migranti, e questa mattina si sta quindi tenendo una riunione operativa al Viminale per preparare un piano operativo che preveda da una parte il trasferimento degli stranieri in quelle regioni che non hanno ancora raggiunto la massima capienza e, qualora dovessero mancare altri posti, la requisizione degli edifici pubblici per ospitare gli immigrati, ma al ministero dell’Interno si teme addirittura che ciò possa non bastare a fronteggiare l’emergenza e che possa essere necessario attrezzare campi profughi, così come ci sono nei paesi che confinano con aree di guerra. Il 15 giugno, invece, il Consiglio dei ministri europei degli affari interni dovrà decidere riguardo al piano di redistribuzione dei migranti di cui si parla da aprile scorso, ma sembra difficile si possa giungere ad un equo ricollocamento degli immigrati, soprattutto per la contrarietà all’accoglienza di Gran Bretagna, Francia e di alcuni Stati dell’Est.