Chi non ha visto le simpatiche puntate del cartone animato di Matt Groening “Futurama”, in cui il primo incontro fra il protagonista Fry ed il suo sgangherato amico robot Bender avviene in una “cabina per il suicidio”, un cubicolo simile ad una cabina telefonica in cui invece di telefonare si paga per un’iniezione letale.
Meno divertente, anzi decisamente controversa però è la compravendita che si sta effettuando in Michigan, dove sarà venduto all’asta la “macchina della morte” usata dall’ormai defunto dottor Jack Kevorkian, che fu soprannominato “dottor morte” per aver aiutato oltre 100 individui a terminare la propria vita.
Il dottor Kevorkian è morto il giugno scorso alla matura età di 83 anni. Iniziò un importante dibattito internazionale sul tema dell’eutanasia che a tutt’oggi non si è ancora concluso. Iniziò questo dibattito con la sua eccentrica iniziativa di allestire un furgoncino arruginito con una macchina per far morire le persone con cui ha girato il Michigan in lungo ed in largo per “aiutare” malati e sofferenti.
La vendita si terrà il 28 ottobre al New York Institute of Technology, con un’anteprima il 27 ottobre secondo il rito di David W. Street. Diversi artisti californiani e celebrità del mondo dello spettacolo saranno invitati per presentare diversi altri cimeli di Kevorkian che verranno messi all’asta. Fra questi: oggetti personali, documenti e 13 suoi dipinti già in mostra presso il museo di Alma a Boston.
L’asta andrà a beneficio di un’opera assai meno controversa del defunto dottore, la ricerca per la cura del cancro pediatrico, causa che tramite il passaparola sul web sta attirando una gran massa di persone a New York in occasione di quest’asta.
Il dottore fu condannato per omicidio di secondo grado nel 1999 dopo che la CBS Nexw trasmise un video in cui lui somministrava farmaci letali ad una donna di 52 anni malata di un incurabile morbo (lou Gehrig). Kevorkian ha passò 8 anni in carcere prima di uscire in libertà vigilata, che ottenne promettendo di non assistere mai più nessuno che desiderasse suicidarsi.