La narrativa è in generale associata a testi redatti su carta e spesso rimane isolata ad una popolazione più elitaria per via della sua natura più aulica ed alla “pesantezza” della lettura. Oggi però la tecnologia ci propone delle alternative ed oltre ai nuovi mezzi di fruizione del contenuto come ad esempio i computer, i tablet o più semplicemente (dal punto di vista economico) gli eBook.
Tuttavia non è questo lo spirito con cui il famoso conduttore di “Blu Notte” ed altri programmi di racconto di storie vere o appunto narrative Carlo Lucarelli ha affrontato questo argomento. Secondo il presentatore e scrittore la narrativa può anche passare attraverso gli strumenti videoludici, per via del fatto che dietro la loro costruzione ci sia davvero un lavoro di scrittura. Secondo Lucarelli infatti non si tratterebbe di una inferiore qualità narrativa de un videogioco rispetto ad esempio ad un buon libro, ma un vero e proprio pregiudizio, che la gente ha perché pensa che qualcosa di divertente non possa essere anche “serio”.
Lucarelli ha raccontato la sua passione per i videogame attraverso l’arricchimento del suo laboratorio fondato a Bologna chiamato “Bottega Finzioni”. All’interno di questo contesto artistico ha ritenuto che “i videogiochi sono una forma narrativa a tutti gli effetti. Alla base c’è un lavoro di scrittura, sebbene in Italia ci sia un certo pregiudizio nei loro confronti, lo stesso che c’era verso i fumetti”.
Lo scrittore si riferisce al fatto che la tendenza ad associare cose per bambini a cose di cultura ed arricchimento personali è piuttosto recente, come l’apprezzamento delle “graphic novel” era un tempo riservato solo ai piccoli, mentre oggi sono ispirazione di film, libri e perfino di discussioni in forum filosofico o lezioni universitarie. Lucarelli, come forse già ben immaginate, preferisce i giochi con trame misteriose e ricche di indovinelli, insomma, ha trasferito la passione per un “buon vecchio giallo” dalla carta, allo schermo; dalla lettura attiva, al gioco interattivo.