La strada verso le porte degli Euro 2012, al via a giugno, è sempre più corta. Dopo gli Europei del 1976 tenutisi in quella che allora era la Jugoslavia, quella di quest’estate sarà la seconda volta in cui l’est europeo avrà l’onore di ospitare una delle competizioni più importanti a livello internazionale. Infatti, a giugno saranno Polonia e Ucraina a dar luogo all’evento calcistico indetto dall’UEFA.
Inizialmente, le candidate erano la nostra Italia, l’accoppiata Croazia-Ungheria ed, appunto, il tandem Polonia-Ucraina, che battè il Bel Paese per 8 voti a 4, lasciando a zero Croazia ed Ungheria. Le polemiche riguardo all’assegnazione non furono poche. C’è chi, infatti, nel 2010, ipotizzò un caso di corruzione. Secondo delle rilevazioni fatte nel 2007 da Spyros Marangos, l’ex tesoriere della Federazione Calcistica di Cipro, ci furono dei movimenti sospetti di denaro per un totale di 9,15 milioni partiti da Grigoriy Surkis, rappresentante dell’Ucraina, allo scopo di far prevalere il proprio paese. Ma questo è solo l’inizio di una storia di corruzioni e sprechi.
Come di consueto, la nazione ospitante opera dei rinnovi sulle strutture che verranno utilizzate per l’occasione. L’Ucraina, in quest’ambito, ha fatto molto parlare di sé. Se non erano bastate le diatribe sull’assegnazione, in seguito si son susseguite altre polemiche riguardanti ritardi, sprechi pubblici e casi di corruzione. Per questi motivi, il vice premier e ministro alle infrastrutture Kolesnikov è stato a lungo nell’occhio del ciclone. Se andiamo a vedere i numeri pubblicati dalla stampa ucraina, i dati sono incredibili.
Le spese per il rinnovo – completato in ritardo nell’ottobre scorso – dello Stadio Olimpico di Kiev, inizialmente previste per un totale di 300 milioni di euro, sono lievitate fino alla bellezza di 585 milioni. L’aeroporto di Leopoli, nell’estremo ovest dell’Ucraina, è sottoposto ad un’espansione che comporta una spesa di 200 milioni di dollari, di cui 70 finanziati dallo stato. L’apertura del nuovo terminale è prevista per marzo. I finanziamenti per i lavori sulle infrastutture, adibite ovviamente a facilitare i trasporti durante gli Euro 2012, sono stati operati per l’80% con denaro pubblico, mentre gli stessi appalti sono stati molto discussi. La cifra per i suddetti lavori ha dell’incredibile: 18 miliardi di euro.
Quando una piccola parte di queste cifre astronomiche potrebbe essere impiegata nella costruzione di qualche canile, la soluzione adottata contro il randagismo – che “disturberebbe” l’afflusso dei tifosi in occasione degli Euro 2012 – sembra essere quella di una sorta di “olocausto” canino. È infatti dall’assegnazione degli Euro 2012 all’Ucraina che il massacro dei cani randagi, comunque già in atto da prima dell’inizio del nuovo decennio, è aumentato in maniera esponenziale. Le associazioni animaliste d’Europa parlano di veri e propri orrori perpetrati per strada: cani presi a calci, bastonate, fucilati senza pietà o avvelenati e lasciati morire. A rafforzare la somiglianza con l’olocausto citato in precedenza è l’idea che, sempre da quanto riportano le associazioni, ha avuto luogo a Lysychansk: dei forni crematori mobili, documentati anche in un video su YouTube (a fine articolo), ideati allo scopo di bruciare in massa le carcasse dei cani morti o addirittura ancora in fin di vita. L’associazione Sirius, invece, riferisce anche di fosse comuni in cui gli animali vengono gettati e ricoperti di cemento.
Andrea Cisternino, delegato dell’Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali), racconta a Il Fatto Quotidiano la situazione: “Dal 2010, con l’ufficializzazione dell’Ucraina a Paese ospitante di Euro 2012, le uccisioni di cani non si contano più. All’inizio le uccisioni erano organizzate dalle amministrazioni locali, poi si è cercato di spingere gli stessi cittadini a uccidere con una massiccia campagna mediatica che ha alimentato la paura della pericolosità dei cani e delle malattie di cui venivano accusati essere portatori”. Amministrazioni locali che organizzavano le uccisioni dato che, fino al 22 novembre scorso, uccidere i cani randagi, in Ucraina, era una pratica perfettamente legale.
La protesta, partita dalle associazioni animaliste, è prevedibilmente diventata sociale. Sono numerose le pagine su Facebook che invitano allo stop al massacro dei cani, una tra tutte la pagina “Stop killing dogs – Euro 2012 in Ukraine”. La campagna “Boycott Euro 2012” è stata lanciata dagli animalisti di tutta Europa e raccoglie adesioni sia su Facebook, sia su Twitter. Sul sito firmiamo.it, una petizione per lo stop allo sterminio è arrivata a più di 4.000 adesioni.
Quel che rimane è l’aiuto dei volontari di tutto il mondo che, ovviamente, devono arrangiarsi con i mezzi a disposizione. Mezzi che, come racconta Cisternino al fatto, le associazioni non hanno. In tutto questo, l’UEFA si è espressa tramite Markiian Lubkivski, direttore del comitato organizzatore locale per gli Euro 2012: “Noi abbiamo ripetutamente chiesto alle autorità ucraine e ai loro rappresentanti nelle città che ospiteranno il torneo di adottare tutte le misure necessarie per risolvere il problema degli animali randagi in maniera civile”. Non c’è che dire: è stato usato il pugno di ferro.
Sempre l’UEFA, nel gennaio scorso, aveva promesso l’elargizione della cifra di 4 milioni di dollari, destinata alla costruzione di canili, in cui i cani randagi sarebbero stati sterilizzati e, conseguentemente, rimessi in libertà. Cifra che, però, sembra essere sparita nel nulla. Lo sterminio continua, mentre la Rai si aggiudica i diritti TV, mentre l’Europa tifosa prepara le valigie, mentre i biglietti della finale vengono acquistati e l’attesa per il fischio d’inizio, previsto per l’8 giugno 2012, è quasi al termine.