Mentre a Roma si discute del rifiuto dato da Mario Monti alla candidatura della Capitale per le Olimpiadi del 2020, a causa degli eccessivi e non gestibili costi di organizzazione (circa 8 miliardi di euro complessivi) che la manifestazione comporterebbe, su larga scala si presta attenzione ai prossimi Giochi Olimpici che avranno luogo quest’estate (dal 27 luglio 2012) a Londra. Quelle della capitale inglese saranno le prime Olimpiadi a disputarsi oltremanica dal lontano 1948. Ebbene, tutto sembrerebbe, in apparenza, procedere come da programma. Solo in apparenza. La realtà dei fatti ci dice invece come ci sia una decisa e “sensibile” variazione dei costi di organizzazione prevista per i Giochi londinesi, rispetto alle proiezioni originarie.
Quando nel 2005 Londra si fece avanti per ospitare i Giochi, i costi di organizzazione erano stimati intorno a 2,37 miliardi di sterline. Eppure, già nel 2007, la cifra era lievitata fino a a 9,3 miliardi di sterline, circa 14 miliardi di dollari, in seguito all’aumento delle spese sia per la costruzione delle infrastrutture sia di sicurezza. Sebastian Coe, presidente del Comitato organizzatore, ritiene che non ci sia stato alcuno sforamento rispetto al budget previsto, cosí come anche lo stadio e gli altri edifici del Parco olimpico, a suo dire sono stati completati rispettando tempistiche e costi. A tal proposito Coe ha dichiarato: “Alcune cose sono costate piú del previsto, altre meno, ma nel complesso siamo rimasti all’interno della cifra di 9,3 miliardi”.
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Non finisce qui, però. Secondo un’inchiesta appena svolta da Sky News, il reale costo delle Olimpiadi di Londra si aggirerà intorno ai 12 miliardi di euro, con il rischio, ancor peggiore, che tale cifra raddoppi sino a toccare la soglia record di 24 miliardi di sterline. La decisa maggiorazione dipenderebbe dagli ‘incentivi’ ai dipendenti della Metropolitana per convincerli a non scioperare nelle settimane dei Giochi, ai costi supplementari dei controlli antidoping, sino alle spese necessarie per trasformare il parco olimpico in una zona residenziale verde ed ecosostenibile. Nelle cifre ufficiali non sarebbero neppure tenute in considerazione le spese relative ai costi di sicurezza, (almeno di 1,1 miliardi in piú per la polizia e 4,4 miliardi per i servizi di intelligence anti-terrorismo), oltre a non comprendere i 6,5 miliardi spesi per migliorare i servizi di trasporto urbano. Questi lavori sarebbero stati sicuramente destinati a data da rinviarsi se non fossero state in ballo le Olimpiadi, causa crisi economica e tagli alla spesa pubblica.
“Non è corretto aggiungere spese che ci sarebbero state comunque aldilà dei giochi. Siamo sempre stati trasparenti sui costi delle Olimpiadi e abbiamo gestito con rigore i finanziamenti per far sì che l’esborso rimanesse all’interno dei 9,3 miliardi stanziati” ha dichiarato un portavoce di Paul Deighton, amministratore delegato di Londra 2012 che ha dunque rigettato ogni allarmismo definendo il budget dei giochi “in grande forma”. “Altri investimenti sono piovuti sui giochi perché si pensa sia un buon modo per spendere il denaro. Sicuramente è una cosa positiva: io la vedo come una grande opportunità per investire nel futuro della città” ha poi aggiunto lo stesso Deighton.
Per il momento sembra che però la febbre delle Olimpiadi non abbia contagiato tantissimo i londinesi, preoccupati dal fatto di dover vivere in una città blindata per motivi di sicurezza. Tuttavia Sebastian Coe è convinto che l’entusiasmo sarà palpabile non appena la torcia arriverà in città a maggio, mentre il Governo è altresì convinto che i Giochi continueranno a fruttare anche dopo la chiusura, per tutta l’Inghilterra. Si prevede, infatti, un cospicuo aumento del flusso turistico che dovrebbe continuare anche nei prossimi quattro anni, creando 60mila posti di lavoro e portando due miliardi e mezzo di sterline all’economia della capitale inglese.
Nel frattempo imperversano discussioni e polemiche. Celebre è la campagna dell’Economist partita nel maggio del 2004, con manifesti nel cuore di Londra che recitavano: “Ospitare le Olimpiadi è solo una perdita di soldi” con la figura di un discobolo bianco in campo nero e una serie di affermazioni per le quali Londra non avrebbe mai dovuto organizzare i Giochi Olimpici. Bersaglio prevedibile è divenuto poi anche il premier inglese David Cameron. Pesanti sono stati gli attacchi politici nei suoi confronti a seguito della decisione di raddoppiare le spese per la cerimonia di apertura e chiusura passate da 40 milioni a 81 milioni di sterline. La regia dello spettacolo è stata affidata a Danny Boyle, regista arcinoto per i film “Trainspotting” e “The Millionaire”, che dovrebbe tentare di superare la meraviglia offerta dai Giochi Olimpici di Pechino nel 2008, costati complessivamente 27,5 miliardi di sterline.
Analizzando le città che in passato hanno ospitato le Olimpiadi è facile farsi due conti in tasca. I Giochi di Sydney nel 2000 costarono 4,2 miliardi di sterline, mentre quelli di Atene nel 2004 8,9 miliardi, dei quali soltanto 1,7 provenienti da privati. Da molti quelle Olimpiadi, sebbene fruttarono introiti enormi grazie ai diritti tv, hanno rappresentato la goccia che ha fatto traboccare il vaso, acuendo la gravissima crisi greca di cui tutti siamo tristemente a conoscenza.
Due sembrano essere state le occasioni in cui i Giochi si sono rivelati davvero fruttuosi, sia da un punto di vista economico che sociale. Parliamo di Los Angeles 1984, dove aziende e sponsor sborsarono 500 milioni di euro attuali ricavandone diritti tv per 218 milioni, nonchè di Barcellona 1992 che, ancora oggi, è indicata come l’unico esempio di Olimpiade diventata un successo sotto tutti i punti di vista. Non ci resta che attendere, e vedere cosa ne sarà dei Giochi Olimpici di Londra, visto che ormai di quelli romani, com’è noto, non se ne farà più nulla.