Il sindaco di Lomazzo – comune in provincia di Como – ha deciso di emanare il divieto per le sigarette elettroniche, recente invenzione hi-tech che ha sin da subito suscitato l’interesse di fumatori e non. A dare la notizia della nuova ordinanza per gli uffici pubblici – così come anche per le scuole – è Il Sole 24 Ore:
“I dubbi su questo prodotto e sui suoi effetti sono ancora troppi e ci è sembrato giusto prendere una posizione“.
Ha dichiarato il sindaco di Lomazzo, Gianni Rusconi, al quotidiano italiano. Restano, dunque, dubbi sugli eventuali danni che la sigaretta elettronica potrebbe causare alla salute: dotata di una batteria ricaricabile, l’e-cigarette – come viene chiamata – permette di inalare del vapore contenente glicole propilenico, glicerolo, aromi alimentari e, naturalmente, nicotina. Il processo dà ai fumatori una sensazione simile a quella che si prova con una sigaretta “in carne ed ossa”, escluso – forse – il rischio cancerogeno, data la mancanza dei residui di catrame, diossina e di altre sostanze del genere scaturite dalla combustione.
Naturalmente, proprio data la recente immissione nel mercato di questo nuovo prodotto, non è ancora possibile avere ben chiare le conseguenze che potrebbero verificarsi, o meno, in seguito all’inalazione della nicotina comunque presente all’interno delle sigarette del nuovo millennio. In paesi come la Norvegia, l’Australia ed Hong Kong, la vendita delle e-cigarette contenenti nicotina è illegale; mentre in Austria, Danimarca, Malesia e Nuova Zelanda, le nuove sigarette sono considerate dei dispositivi medici.
Nel nostro paese, quella del comune in provincia di Como è la prima ordinanza del genere: Il Sole 24 Ore scrive di come anche l’Istituto Superiore della Sanità abbia dei dubbi circa l’utilizzo delle sigarette elettroniche, infatti ancora non esiste alcuna prova scientifica che ne accerti la sicurezza, così come la loro pericolosità. Ad ogni modo – fa sapere il Corriere di Como – a Lomazzo, chiunque sarà colto a fumare una e-cigarette, in un luogo pubblico, rischierà multe fino a 500 euro.