Sono iniziati all’alba i raid aerei americani contro l’Isis in Siria, quando aerei da combattimento, bombardieri e missili Tomahawk lanciati dalle navi hanno colpito alcuni obiettivi nel nord del Paese, in particolare nella provincia di Raqqa, roccaforte dei jihadisti. Sarebbero stati colpiti in particolare centri di comando e controllo, campi di addestramento e depositi di armi e munizioni. Per il comando centrale delle operazioni statunitensi in Medio Oriente, i raid sono stati effettuati per “sventare un imminente attacco” contro l’America e gli interessi occidentali da parte di “veterani di Al Qaeda“. Il comando ha precisato che, oltre agli Stati Uniti, partecipano ai bombardamenti aerei anche Bahrain, Qatar, Arabia Saudita, Giordania ed Emirati Arabi Uniti. Si tratta di paesi sunniti, alcuni anche in rapporti con gli estremisti. Per l’amministrazione americana è importante la partecipazione degli alleati arabi, per evitare che sembri un’azione unilaterale statunitense.
Non vi prende parte invece la Francia, che si limita a bombardare in territorio iracheno, mentre nei prossimi giorni potrebbero unirsi Gran Bretagna e Australia. Il ministero degli Esteri siriano ha fatto sapere che il governo di Damasco è stato informato dell’inizio dei raid, ma secondo il New York Times il presidente Bashar al-Assad non avrebbe acconsentito ai bombardamenti aerei nel suo territorio. I jihadisti sunniti hanno già fatto sapere che risponderanno all’offensiva aerea americana e si sono scagliati soprattutto contro l’Arabia Saudita, che si credeva sostenesse l’Isis: “A questi attacchi ci sarà una risposta. I figli di Saloul (locuzione dispregiativa per indicare la famiglia reale saudita) sono coloro che ne hanno la colpa. E’ accaduto a causa loro”. Stando a quanto riferito dall’emittente televisiva “al Arabiya”, in seguito ai raid di questa mattina i jihadisti dell‘Isis si sono ritirati dalla zona di al Maiadin, nella provincia di Deir Ezzor, molto colpita dagli attacchi.
Ieri intanto un gruppo di miliziani algerini legati ai jihadisti dell‘Isis ha diffuso un video del francese rapito domenica in Algeria, Herve Pierre Gordel, 55 anni, di Nizza, in cui egli chiede al presidente francese Hollande di cessare i raid aerei contro l’Isis in Iraq. Il governo francese ha confermato l’autenticità del video, e il ministro degli Esteri Laurent Fabius ha commentato: “Le minacce proferite dal gruppo sono estremamente gravi e testimoniano dell’estrema crudeltà di Daesh ( l’acronimo arabo dell’Isis) e di tutti quelli che a lui si richiamano“. Fabius ha poi aggiunto: “E’ escluso che la Francia ceda alle minacce di un gruppo terroristico“, ma ha fatto sapere che Parigi non prenderà parte ai raid aerei in Siria.
Il portavoce dell’Isis Abu Muhammed al Adnani ha intanto diffuso un messaggio audio di 42 minuti ricco di minacce all’Occidente, in particolare ai paesi che sostengono le operazioni militari americane e francesi in Iraq: “Se potete uccidere un miscredente americano o europeo– soprattutto uno sporco francese- o un australiano o un canadese, uccidetelo in qualunque modo possibile e immaginabile” dichiara il portavoce, che poi aggiunge anche: “Conquisteremo la vostra Roma, faremo a pezzi le vostre croci, ridurremo in schiavitù le vostre donne“. Il riferimento a Roma sarebbe da intendersi non come luogo fisico, ma come “cuore” del “nemico crociato”: nel messaggio, infatti, l’Italia non è mai citata. Non mancano poi parole particolarmente sprezzanti nei confronti del presidente americano Barack Obama, definito “il mulo degli ebrei” e chiamato tre volte “vile”.