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Incidente in Svizzera, smentita la distrazione dell’autista

Incidente in Svizzera, smentita la distrazione dell’autista

Nessuna distrazione, o perlomeno, nessuna testimonianza diretta di ciò. Il procuratore svizzero Christian Varrone, che indaga sul terribile incidente in cui sono morti 22 bambini, smentisce la ricostruzione degli eventi avanzata da due quotidiani, l’elvetico Aargauer Zeitung ed il fiammingo Het Laatste Nieuws, secondo cui alcuni dei bambini sopravvissuti avrebbero visto l‘autista del pullman armeggiare con un dvd, o forse un cd, poco prima dell’impatto mortale. Il procuratore non conferma né smentisce l’ipotesi, ma nega decisamente la circostanza della testimonianza diretta.

La questione rientra nel riserbo dell’inchiesta. Tutte le ipotesi rimangono aperte, ma i bambini hanno parlato per sentito dire, nessuno dei testimoni ha confermato il fatto“, ha commentato il procuratore, il quale ha anche rilevato che non vi erano tracce di sostanze alcoliche nel sangue del conducente. L’ipotesi che il fantomatico dvd portato da uno dei professori, Frank Van Kerckhove, a sua volta morto nell’incidente, sarebbe stata una possibile causa della sbandata, resta comunque in piedi, come del resto tutte le altre piste al vaglio degli inquirenti, ovvero un malore improvviso, un guasto tecnico del mezzo o un errore fatale.

Intanto stamattina sono decollati dall’aeroporto svizzero di Sion i due Hercules C130 dell’aeronautica militare belga, con a bordo le prime salme delle vittime dell’incidente, mentre un terzo velivolo è ancora in attesa di partire, trasportando con sé anche i parenti delle vittime. Nella notte sono invece arrivati i primi bambini sopravvissuti: l’aereo che li ha trasportati insieme ai loro genitori è atterrato intorno alla mezzanotte all’aeroporto di Melsbroek, dove sono stati prelevati da due pullman scortati da decine di auto della polizia. In Belgio è stato proclamato lutto nazionale: alle 11 è stato osservato un minuto di silenzio in tutto il paese, ma il premier Elio Di Rupo ha dichiarato di non aver ancora deciso “il modo più appropriato” per commemorare nel miglior modo possibile le piccole vittime.

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