Fin dai suoi esordi in politica, la “carriera” di Nicole Minetti non è stata proprio in discesa. Dal momento del suo insediamento come consigliere regionale della Lombardia, la bella Nicole ha dovuto sentirsi cucita addosso l’etichetta di “igienista dentale personale” dell’ex Premier Silvio Berlusconi. Vero è che il suo nome compare nella stragrande maggioranza degli scandali che investono in Cavaliere. Dalla faccenda di Ruby rubacuori ai festini bunga bunga che non hanno fatto altro che peggiorare il suo nome, portandola ad essere scaricata da numerosi esponenti del Pdl, finendo anche per essere paragonata ad una delle star più note di sempre del panorama porno internazionale: Cicciolina.
D’altronde, anche Ilona Staller ha tentato di intraprendere la carriera politica. Il coordinatore regionale Mario Mantovani, intervisto a La Zanzara su Radio 24 ha parlato dello strano (ma non più di tanto) paragone:
L’Italia ha messo in parlamento anche Cicciolina. E Nicole Minetti può avere quel tipo di elettorato lì, che si riconosce in quello stile, nel suo modo di lavorare. Rappresenta un tipo di elettore che guarda all’estetica. D’altra parte Cicciolina si è presentata a Monza dunque chiunque può presentarsi per cercare i voti. Nel futuro anche la Minetti dovrà prendersi i voti, se vorrà. Credo che i suoi elettori non siano il mio genere, ma il Pdl è un partito di ampie vedute.
Vittorio Pesato, consigliere regionale del Pdl in Lombardia, attacca alla grande la consigliera regionale:
La differenza sostanziale tra l’elezione della Minetti e di Cicciolina è la preferenza. La prima è stata nominata la seconda è stata candidata con l’approvazione del direttivo di un partito e successivamente votata con il meccanismo delle preferenze. Se fossi nei panni del consigliere Minetti valuterei l’opportunità di dimettermi per poi candidarmi a preferenza. La discussione sulla opportunità o meno di candidare la mia collega Minetti in consiglio regionale da parte di alcuni esponenti del Pdl, in particolare l’onorevole Guido Crosetto, stimola a fare alcune riflessioni. Sul caso Minetti si apre in maniera preponderante il tema della legittimità elettorale e della rappresentatività.
Parole pesanti dunque. E pensare che “la povera Minetti” vanta un percorso scolastico con tanto di laurea conseguita al San Raffaele di Milano con il massimo dei voti. Peccato che forse non siano state “esclusivamente” le sue doti culturali ad essere apprezzate nell’hinterland milanese, portandola a ricoprire nel giro di pochissimo tempo un ruolo alquanto prestigioso. Ma d’altronde, abbiamo visto come funzionano le cose al Pirellone.