L’analisi statistica dell’Istat conferma la situazione di crisi vissuta nel 2010, sostenendo che circa il 16% delle famiglie arriva a fine mese con delle difficoltà. In generale, secondo il rapporto Istat, la percezione del disagio non varia in modo significativo “la percentuale di famiglie che nel 2010 ha dichiarato di arrivare con molta difficoltà alla fine del mese è del 16%, non molto diversa dal valore del 2009, che si attestava al 15,3%; mentre quelle che ritengono pesante il carico delle spese per la casa erano il 48,2% nel 2009, mentre nel 2010 la percentuale è scesa ad un 48% netto”.
In sostanza rimane stabile la percentuale di quelle famiglie che ritengono di aver sentito il disagio economico su tre sintomi su nove di quelli proposti dall’istituto statistico nazionale (ossia dal 15,2% del 2009 al 15,7% del 2010); mentre quelle in condizioni più gravi, cioè con almeno 4 dei 9 sintomi proposti si attestano al 7%, mentre l’anno prima si era al 6,8%.
Rimangono stabili anche gli indicatori che analizzano le problematiche economiche più gravi per gli italiani. Ad esempio la percentuale di famiglie che è rimasta indietro con il pagamento delle bollette di gas, luce e telefono è pari all’8,9% nel 2010, mentre nel 2009 era al 9,2%. Le famiglie che invece hanno avuto difficoltà a pagare il mutuo sulla casa o l’affitto sono l’11,2% delle famiglie degli italiani, mentre l’anno prima la percentuale si attestava sul 10,1%. Arretrati invece per acquisti a rate diversi da quello del mutuo, ha coinvolto invece il 13,3%, rispetto al 14% del 2009.
Una differenza che invece sembra aver avuto un cambiamento significativo da un anno all’altro è stata la percentuale di persone che non sono riuscite a riscaldare adeguatamente la casa. Specialmente nelle abitazioni in cui risiedono persone anziane e specialmente nel Mezzogiorno, dove la percentuale nazionale del 20,2% si sposta fino al 23% nel 2010.
Secondo l’Istat le famiglie ad aver riscontrato problemi minori sono state quelle che dispongono di redditi provenienti dal lavoro autonomo, cioè da una propria attività e non dal lavoro dipendente. Mentre le economie domestiche che si basano sulla pensione sono quelle più a rischio e che quindi sono anche le più colpite dalla crisi.