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I topi invadono l’isola di Montecristo

I topi invadono l’isola di Montecristo

Un vero e proprio “esercito” di topi, uno ogni metro quadrato. L’isola di Montecristo, è ormai invasa dai ratti lungo tutti i suoi 10 kilometri di estensione. Purtroppo, non è nessun nuovo romanzo che ha come protagonista l’incantevole scenario della celebre “isola del tesoro” , raccontata da Alexandre Dumas ne “Il Conte di Montecristo”, oltre ad essere uno dei più celebri romanzi per ragazzi di tutti i tempi.

L’ isola più affascinante dell’arcipelago toscano, dove addirittura anche le visite turistiche hanno un limite, non più di 1000 turisti all’anno, sta letteralmente subendo l’assalto dei ratti neri, che con la loro massiccia presenza inoltre, minacciano seriamente l’ecosistema dell’isola del “mistero”. Un numero impressionate di topi che si sono accumulati all’esterno, provenienti da navi o altre imbarcazioni di transito.

Infatti, il Ministero delle Risorse agricole, l’ Unione Europea, e la Regione Toscana, di comune accordo, hanno deciso che entro la fine del mese di gennaio, partirà un progetto per cercare di mandare via dall’isola gli “indesiderati turisti”. Un attacco aereo contro i roditori. Per salvarla, cercando anche di evitare altre invasioni esterne oltre che quelle già presenti, almeno 26 tonnellate di esche avvelenate, saranno lanciate da un aereoplano sull’isola.

L’operazione, appena resa nota, però sta già destando numerose polemiche. Infatti, oltre al parere contrario di degli animalisti, anche Carlo Gasparri, ex campione del mondo di pesca subacquea, ha già manifestato il proprio dissenso verso questa decisione: “Il prodotto che dovrà essere usato è altamente tossico per gli organismi acquatici e può provocare a lungo termine effetti negativi per l’ambiente, inoltre si tratta di un prodotto persistente nel tempo”.

La diatriba è nel pieno del suo svolgimenti. Infatti, rispondendo alle prime polemiche nate, la direttrice del Parco Nazione dell’isola, Franca Zanichelli ha già reso nota, attraverso un comunicato, la “bontà” dell’operazione: “Nessuno vuole avvelenare l’isola – spiega – il progetto, preparato da esperti prevede l’impiego di 26 tonnellate di pellet alimentare, analogo a quello usato ovunque per contenere i ratti, costituito da cereali a mangime appetibile al cui interno vi è una percentuale millesimale di principio attivo velenoso. Le esche, che non possono essere collocate da terra per l’inaccessibilità del territorio, saranno distribuite via aerea con uno speciale imbuto prestato da un’altra area protetta che ha già eseguito un intervento analogo in Sardegna. Derattizzazioni simili sono state effettuate con successo nella più piccola Giannutri. Anche allora applicando con successo il progetto europeo”.

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