Non si è ancora giunti ad un accordo al vertice dei ministri delle Finanze europei tenutosi lunedì a Bruxelles per discutere dello sblocco dell’ultima tranche di aiuti da 7,2 miliardi alla Grecia, tuttavia c’è ottimismo sulla possibilità di un’intesa in settimana, come ha spiegato il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis, che ha dichiarato: “Le proposte greche sono un passo accolto con favore ma serve altro lavoro con le istituzioni. L’Eurogruppo si riunirà di nuovo in settimana, ci serve un accordo nei prossimi giorni“. Mercoledì sera dovrebbe infatti tenersi il nuovo vertice dell’Eurogruppo, e i leader europei dovrebbero poi confermare le loro decisioni al summit di giovedì. La Grecia, del resto, entro il 30 giugno deve rimborsare 1,6 miliardi di euro al Fondo Monetario Internazionale se vuole evitare il default.
Il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem ha spiegato invece che le proposte avanzate dal governo greco possono costituire la “base per un accordo” con i creditori entro questa settimana, e che tali proposte sono viste come “un passo positivo nel processo, ma dato il pochissimo tempo a disposizione delle istituzioni per valutarle, non ci hanno ancora dato una valutazione piena e approfondita”. Il presidente della Commissione Ue Jean Claude Junker ha affermato invece: “Sono stati compiuti progressi, l’accordo è possibile entro la settimana. Le proposte greche, nonostante arrivate tardi, sono grandi passi verso la direzione richiesta dalle istituzioni. Dobbiamo trovare un accordo questa settimana semplicemente perché non abbiamo i tempi supplementari“. Il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, entrando all’Eurogruppo, aveva gelato ogni entusiasmo dicendo: “Non c’è niente di nuovo, non abbiamo ricevuto proposte di sostanza dalla Grecia, non si può preparare un summit senza di esse”.
Assai pessimista anche il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde, che lasciando il vertice notturno ha dichiarato: “C’è ancora molto, moltissimo da fare“. Meno drastica, invece, la cancelliera tedesca Angela Merkel, che, parlando poco prima di pranzo a Magdeburgo, aveva affermato: “Ci sono ancora molti giorni nella settimana in cui possono essere prese decisioni“. La Merkel ha poi aggiunto: “Quella presentata da Atene è una buona proposta ma bisogna lavorarci su e ci resta molto poco tempo”. Intanto anche i mercati sembrano credere nella possibilità di un accordo tra la Grecia e i suoi creditori: la Borsa di Atene ha infatti chiuso a +9%, mentre la scorsa settimana aveva perso oltre dieci punti percentuali, Milano ha guadagnato il 3,47%, Francoforte e Parigi hanno segnato un rialzo del 3% e Londra ha registrato un +1,72%.
Il ministro dell’Economia greco Giorgios Stathakis ha spiegato che il piano di Atene prevede una sovrattassa di solidarietà per chi ha un reddito superiore a 30 mila euro l’anno e per le società con utili oltre i 500 mila euro, un aumento dell’Iva su alcuni prodotti, esclusa l’elettricità, ma nessun altro taglio a pensioni e stipendi pubblici, come invece volevano le istituzioni. Il ministro ha inoltre spiegato che il governo greco ha accolto le richieste dei creditori di raggiungere un avanzo primario dell’1% del Pil quest’anno, del 2% nel 2016 e del 3% nel 2017, ed è consapevole che, per ora, non vi sarà un accordo sulla ristrutturazione del debito, malgrado le pressioni di Syriza, ma spera di discuterne con i partner nei prossimi mesi. Intanto la Bce ha concesso alle banche greche un aumento della liquidità di emergenza di 1,3 miliardi, portando il meccanismo Ela (Emergency liquidity assistance) a 87,2 miliardi.