La Cina dei record costruisce con ritmi difficilmente comprensibili o anche solo immaginabili per qualsiasi altro paese avanzato. Il video che potrete guardare alla fine di questo articolo è la stupefacente testimonianza di come sia possibile anche l’impossibile: un grattacielo costruito in soli 15 giorni.
Nella bellezza di sole 370 ore i cinesi sono riusciti a costruire un palazzo di ben trenta piani, raggiungendo il record mondiale di velocità nel costruire un simile palazzo, sottraendo il primato al Giappone. Inoltre, al contrario di quanto vociferano i maligni non ci sono stati incidenti al cantiere, in cui i lavori si sono svolti al pieno degli standard di sicurezza (intesi in senso occidentale ovviamente).
Forse non vi fidereste tanto a vivere in un simile palazzo visto il tempo di realizzazione, chissà per quanto regge? Ebbene nulla di cui preoccuparsi, secondo gli esperti che hanno seguito i lavori ed analizzato progetti e struttura reale la costruzione sarebbe in grado di sostenere tranquillamente un terremoto di magnitudo 9. Parliamo dunque di un palazzo più resistente di ben 5 volte rispetto alle normali strutture antisismiche.
Il grattacielo diventerà la sede dell’Ark Hotel ed è stato costruito nella regione dell’Hunan, nei pressi della panoramica location sul lago Dongting. A realizzare la memorabile impresa sarebbe stata un’azienda del Broad Group, una compagnia specializzata nell’edilizia, che normalmente fa come suo punto di forza non tanto la velocità di costruzione, quanto la sostenibilità architettonica dei suoi edifici.
Chissà come sarebbe bello se una simile solerzia e qualità fosse applicata anche in Italia. Si riuscirebbe forse a completare opere che attendono il completamento da oltre 30 anni come l’autostrada Salerno-Reggio Calabria o magari si eviterebbero disastri come quelli del terremoto dell’Aquila. Un’ironia della sorte davvero amara per chi come gli italiani fa della “qualità” dei suoi prodotti il proprio punto di forza e, solitamente, considera i prodotti cinesi scadenti e tarocchi, dover guardare con invidia all’opera di questi ultimi (realizzata addirittura in un periodo di crisi come questo).