Nella giornata di ieri il Consiglio dei Ministri avrebbe dovuto varare un decreto legislativo volto ad introdurre in Italia il Foia (Freedom of Information Act), come già esiste negli Stati Uniti. Così però non è stato. E la polemica divampa dal momento che questo schema di decreto legislativo in materia di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle Pubbliche Amministrazioni dovrebbe rappresentare un elemento essenziale della politica del Governo in quella che è la lotta alla corruzione e alla illegalità.
E pensare che l’ampio provvedimento, che consta di 54 articoli, è stato predisposto in tempi molto rapidi in attuazione della delega contenuta nella recente legge anti-corruzione, ovvero la Legge n.190 del 6 novembre 2012. La mancata approvazione da parte del Governo induce quindi ad un’attenta riflessione, soprattutto alla luce degli scandali che hanno coinvolto i Consiglio regionali di Lazio e Lombardia, dove corruzione e appropriazione indebita l’hanno fatta da padrone di casa nel corso degli ultimi mesi. Un adeguato provvedimento si rendeva dunque necessario, sebbene ora il suo utilissimo varo sia stato ritardato dal Governo.
Il decreto legislativo mira a dare attuazione al principio di trasparenza inteso come “accessibilità totale delle informazioni su ogni aspetto dell’organizzazione e dell’attività amministrativa, del perseguimento delle funzioni istituzionali e dell’utilizzo delle risorse pubbliche“, ispirato proprio al modello statunitense.
Il provvedimento tutela in maniera più ampia possibile il diritto dei cittadini ad essere informati grazie alla pubblicità, che il decreto vorrebbe garantire nella maniera più giusta possibile. Ragion per la quale i documenti e le informazioni oggetto di pubblicazione obbligatoria devono essere disponibili in formato aperto e possono essere conosciuti, fruiti gratuitamente, utilizzati e riutilizzati da parte di chiunque. Allo stesso modo tutti avranno il diritto di chiedere ed ottenere dalle pubbliche amministrazione, in maniera del tutto gratuita, gli atti, i documenti e le informazioni di cui è obbligatoria la pubblicazione ma che, per motivi non precisati, non sono stati resi pubblici dalle amministrazioni, sui propri siti istituzionali.
Anche da un punto di vista prettamente tecnologico, l’accesso per tutti ai documenti e ai dati oggetto di pubblicazione sui siti istituzionali delle pubbliche amministrazioni dovranno prevedere una sezione denominata Amministrazione trasparente nella quale non potranno essere usati filtri e altre soluzioni tecniche che possano impedire ai motori di ricerca di indicizzare i dati ed effettuare ricerche.
Un’ulteriore garanzia è rappresentata dal fatto che tutte le informazioni e i dati in possesso dell’amministrazione dovranno essere oggetto di pubblicazione. Nello specifico, le informazioni che si rendono necessarie ai cittadini per ottenere atti, documenti o servizi da parte della amministrazioni dovranno essere disponibili online; senza contare la massima trasparenza che sarà necessaria in riferimento a quelli che sono gli atti contabili e di spesa delle amministrazioni, compresi quelli di trasferimento di fondi pubblici ad altri soggetti pubblici e privati. Di conseguenza, sarà riorganizzato anche il sistema di sanzioni e di responsabilità a carico dei funzionari che si renderanno colpevoli del mancato, ritardato o inesatto adempimento degli obblighi di pubblicazione.