Il mensile Wired ha incoronato il Presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano come uomo dell’anno. La rivista premia l’86enne Napolitano per aver dimostrato nel corso degli ultimi 12 mesi una sorprendente capacità di rimanere collegato alla realtà. Gli elementi che hanno contribuito alla scelta di Napolitano come uomo Wired dell’anno stanno soprattutto “nell’avere a cuore le sorti delle giovani generazioni e il suo esser capace di tenere le fila tra la complessa realtà italiana e un mondo sempre meno disposto a comprenderla”. La nota di Wired prosegue così: “In occasione dei festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia, Napolitano ha rappresentato il crocevia attraverso il quale passa nel nostro Paese il legame tra passato e futuro. La sua statura ne ha fatto la roccia a cui si è ancorato il Paese nel momento peggiore della crisi dei mercati finanziari, la sua autorevolezza è stata la ragione per cui nei sondaggi di popolarità lui sale mentre gli altri scendono”.
Così, il ruolo chiave svolto dal Napolitano nei giorni di crisi del Governo Berlusconi, lo ha posto sotto i riflettori dell’opinione pubblica mondiale. Ruolo consacrato anche dal New York Times che ha deciso di dedicare al nostro Presidente della Repubblica il prestigioso profilo del sabato, in cui prima di descriverne la biografia politica viene posto l’accento sull’importanza decisiva svolta da Napolitano nel passaggio dal Governo Berlusconi a quello tecnico di Monti.
Nel lungo articolo del prestigioso settimanale dedicato ai profili si legge: ”Il mese scorso (Napolitano) ha aggiunto un ulteriore tassello alla sua carriera di altissimo livello, gestendo uno dei trasferimenti politici piu’ complessi del dopoguerra, e che rimane una garanzia di stabilita’ politica in un periodo turbolento”. Il New York Times, dunque, rende omaggio a “Re Giorgio”, così il quotidiano statunitense definisce l’86enne ex membro di vertice del Partito comunista, capace di agire celermente nel passaggio dal “governo cinematografico di Silvio Berlusconi a quello tecnocratico di Mario Monti”. “La sua performance è stata ancora più impressionante visto che la presidenza italiana è una carica per lo più simbolica, senza potere esecutivo. Ma il presidente Napolitano, noto per i suoi discorsi diretti e il suo stile concreto in una florida cultura barocca, ha spinto quel ruolo al limite fino a diventare un silenzioso intermediario del potere” si legge sul giornale.
Continua il quotidiano dicendo che Napolitano avrebbe lavorato nell’ombra “consultando leader politici italiani, europei, autorità americane e della Banca d’Italia per guidare la creazione di una alternativa di governo perseguibile per il post-Berlusconi”. Tutto questo gli avrebbe permesso di raggiungere indici di gradimento pari circa all’80% a fronte del 20% di Berlusconi, soprattutto negli ultimi tempi.
Da rilevare anche l’apprezzamento che il giornale rivolge allo stile e alla sobrietà di Napolitano: “Nel mondo sottosopra dell’Italia di Berlusconi dove la vita privata del primo ministro arriva a mettere in ombra il lavoro del governo, Napolitano è emerso come l’anti-Berlusconi. Con al suo fianco la elegante e grintosa moglie Clio, avvocato sposata nel 1959, Napolitano è arrivato a essere visto come l’incarnazione di un’Italia differente, un’Italia di virtù civiche”.