È stata assolta Rimsha Masih, la bambina di 11 anni, affetta dalla sindrome di Down, accusata di blasfemia per aver bruciato alcune pagine del Corano. L’assoluzione della ragazzina è stata resa nota dal suo avvocato, Akmal Bhatti. Il caso aveva suscitato profonda indignazione in tutto il mondo ed era scoppiato dopo l’arresto di Rimsha nello scorso mese di agosto, in seguito alla denuncia dell’imam Mohammed Khalid Chisht.
Ricordiamo che Rimsha, figlia di Misrak Masih, avrebbe bruciato dieci pagine del Noorani Qaida, libro usato per imparare le basi dell’arabo e del Corano. La ragazzina lo avrebbe poi scagliato nella pattumiera, mettendolo prima in un sacchetto di plastica. L’episodio avvenne nell’area di Umara Jaffar, settore G-12 di Islamabad, dal quale proviene la famiglia della piccola.
Rimsha, inizialmente arrestata in base all’articolo 295-B del Codice Penale, fu rilasciata dopo aver trascorso 3 settimane in un carcere per adulti, in seguito alla svolta cruciale dell’arresto dell’imam che per denunciare la ragazzina avrebbe inserito le pagine del Corano in una busta della ragazza contenente carta bruciata. La polizia ha così invitato la Magistratura locale ad assolvere la bimba, chiedendo di contro l’incriminazione dell’imam per falsificazione di prove e blasfemia.
Paul Bhatti, unico ministro cristiano nel governo pakistano, ha confermato la sentenza di assoluzione nei confronti di Rimsha: “Giustizia è stata fatta e il diritto è stato applicato dal tribunale. Questa sentenza darà un’immagine positiva del Pakistan alla comunità internazionale mostrando che c’è giustizia per tutti e che il Paese vuole tolleranza”. Dopo il rilascio nello scorso mese di settembre, Rimsha e la sua famiglia erano state trasferite in un luogo segreto al fine di metterle al riparo contro eventuali timori di aggressioni. Le leggi sulla blasfemia, introdotte nel 1986 dal generale Zia-ul-haq per soddisfare le richieste della frangia estremista islamica hanno sino ad oggi provocato l’incriminazione di almeno 1000 persone, nonché la morte di 60 individui. La maggior parte dei morti rappresentano vittime di omicidi extra-giudiziali che sono stati compiuti da folle inferocite o anche da singole persone.