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Francia, il richiamo dell’ambasciatore non è permanente

Francia, il richiamo dell’ambasciatore non è permanente

Non è un richiamo permanente, ma era importante mandare un messaggio. 

Queste le dichiarazioni del portavoce del governo francese, Benjamin Griveaux, ai microfoni di Europe 1 commentando il richiamo per consultazioni di Christian Masset, ambasciatore francese in Italia. L’Italia è “un alleato storico” della Francia ed “uno dei Paesi fondatori dell’Unione Europea”, ha confermato il portavoce spiegando che “il dialogo non si è mai interrotto”. Intanto si tratta di una mossa senza precedenti che conferma che al momento le relazioni tra i due paesi diventano sempre più tese. 

A scatenare la crisi diplomatica  la  convocazione al ministero degli Esteri francese della nostra ambasciatrice a Parigi, Teresa Castaldo, dopo le parole del vice premier Luigi Di Maio sulla ‘moneta coloniale’ utilizzata dal Francia “per finanziare il suo debito pubblico” e indebolire i paesi da dove partono i migranti. Parole che non sono piaciute alla Francia: ad aggravare la situazione, l’incontro tra Di Maio e una delegazione di gilet gialli a sud di Parigi. 

Intanto il Viminale segnala un dietrofront da parte della Francia in merito all’accoglienza dei migranti della Sea Watch sbarcata lo scorso 31 gennaio. 

Parigi ha reso noto al Viminale che “prenderà solo persone che hanno bisogno di protezione e non migranti economici e ha aggiunto che appoggerà l’Italia per chiedere rimpatri più efficaci in alcuni paesi africani a partire dal Senegal”.

Il Viminale risponde spiegando di aspettarsi che Parigi “dimostri con i fatti la buona volontà, collaborando per rimpatriare al più presto decine di senegalesi irregolari che si trovano in territorio italiano”.

“Il Viminale prende atto: anche i francesi non vogliono clandestini”, concludono le fonti del ministero dell’Interno, le quali aggiungono che ora il Viminale chiede un accordo con Parigi per favorire il rimpatrio dei senegalesi.

 

photo credits | instagram

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