La Turchia ha richiamato il suo ambasciatore a Parigi ed ha cancellato tutti gli incontri di carattere politico, economico e militare con La Francia. Questa la dura reazione del governo turco dopo l’approvazione da parte dell’Assemblea nazionale Francese della legge che punisce come reato la negazione dei genocidi, tra cui quello degli Armeni del 1915. L’evento storico a cui si fa riferimento, ha grande rilevanza storica, tanto da essere commemorato dagli Armeni il 24 aprile.
La proposta di legge presentata dalla parlamentare di centrodestra Valerie Boyet, è stata votata per alzata di mano dalla maggioranza dei deputati presenti in aula : centrodestra, nuovo centro, socialisti e comunisti. Nella Camera bassa erano presenti 50 deputati, 12 hanno votato contro. Numerose le proteste dei manifestanti all’esterno della struttura che ospita il Congresso Francese.
Fino ad ora solo la negazione della Shoah era reato. Ora con questo provvedimento, che però dovrà passare per il voto del Senato, si prevede fino a un anno di carcere e 45 mila euro di ammenda per il negazionismo sui genocidi legalmente riconosciuti come tali dallo Stato francese.” Sfortunatamente questa legge è stata approvata, nonostante tutti i nostri avvertimenti”, ha commentato il primo ministro Tayyip Erdogan davanti alla stampa, “questo aprirà piaghe irreparabili e molto gravi nelle relazioni bilaterali”.
Secondo la Turchia i 500mila Armeni sono morti nei combattimenti e nelle deportazioni verso Iraq, Siria e Libano e non per una volontà di sterminio.
Ha espresso, invece, “grande gratitudine” il ministro degli Esteri armeno, Edouard Nalbandian: “Voglio, una volta di più, esprimere la mia gratitudine alle autorità francesi, all’Assemblea nazionale, e al popolo francese”.
Il provvedimento passerà ora, dopo la pausa per le feste di fine anno, all’esame del Senato, dove rischia però di vedere arenarsi il suo iter legislativo. Difatti c’è tempo per approvarlo solo fino a fine febbraio, quando il Parlamento francese interromperà la propria attività legislativa in vista delle elezioni presidenziali.
La proposta di legge è comunque solo l’ultimo passo che conferma l’orientamento anti-turco del governo Sarkozy. Il Primo Ministro transalpino si è sempre decisamente opposto all’ingresso di Ankara e della Turchia musulmana nell’Unione europea.