Lo scorso martedì a Pechino, durante l’incontro con l’amministratore delegato di Apple, Tim Cook, il vicepremier cinese ha dichiarato che le multinazionali dovrebbero “prestare più attenzione alle tutele per i lavoratori“, riferendosi allo sfruttamento al quale vengono sottoposti gli operai cinesi da parte dei paesi occidentali.
La Foxconn, l’azienda sub-appaltatrice di Apple, ha ammesso le violazioni dei diritti dei lavoratori in Cina, dopo che varie organizzazioni di tutela dei lavoratori hanno spesso denunciato le condizioni terribili in cui più di un milione e duecentomila operai cinesi sono costretti a lavorare. Schiavismo moderno che, nel 2010, ha causato una serie di suicidi e morti sul lavoro fra gli operai dell’azienda e che ha portato ad un’inchiesta da parte della Fair Labor Association per mettere in chiaro la situazione.
Tim Cook, successore di Steve Jobs, si è recato personalmente nella fabbrica di Zhengzhou e la Foxconn ha promesso che diminuirà le ore di lavoro ed aumenterà gli stipendi, rispettando i diritti dei lavoratori, eliminando gli straordinari illegali e migliorando, quindi, le condizioni degli operai ed i protocolli della sicurezza.
L’indagine della Fair Labor Association ha svelato una cinquantina di violazioni sul lavoro che hanno causato incidenti come quello dell’esplosione avvenuta in una fabbrica di iPad. Le violazioni sono così tante che la Foxconn dovrà assumere decine di migliaia di lavoratori in più per rispettare le consegne di Apple.