“Se come mi sembra di aver capito, si tende soltanto a favorire la possibilità di licenziare, corriamo il rischio di veder moltiplicare il tasso di disoccupazione che da qualche anno a questa parte sta crescendo e che riguarda in particolare un’area del Paese” ha detto il Presidente della Camera Gianfranco Fini. Questi ha auspica che il governo si comporti responsabilmente e si renda conto che il licenziamento indiscriminato sarà inutile e che sarebbe meglio confrontarsi con le parti sociali altrimenti “si rischia un autunno caldo.”
Secondo il leader di Futuro e Libertà l’Italia meriterebbe di più di un momento in cui tutti sono chiamati a sforzi comuni, meriterebbe di più di una divisione fra chi vuole Berlusconi e chi vuole abbatterlo. Non si risparmia inoltre una stoccata alla Lega, con la quale ci sono rapporti anche peggiori del solito per via delle sfuriate fatte in occasione della sua frase in cui citava la moglie di Bossi fra i baby pensionati.
“Se la Lega rilancia la bandiera stinta della secessione” ha detto Fini “è solo perché non può presentare un bilancio positivo ai suoi elettori. Rispolverare la bandiera inesistente dell’identità padana altro non è che la manifestazione di un fallimento. Bossi non può presentare l’utopia fallimentare del federalismo che si è rivelato un inganno. Il federalismo ha moltiplicato le tasse.”
La replica della maggioranza non si è fatta attendere ed attraverso il sottosegretario alla Difesa, Guido Crosetto, si è così espressa: “Fini ha ragione, l’Italia merita qualcosa di meglio di un Presidente della Camera che ogni giorno umilia la sua carica istituzionale asservendola a quella di partito. Ci sono ruoli istituzionali che da sempre sono stati tutelati da chi il ricopriva, garantendone l’imparzialità. Quando mai abbiamo visto un presidente della Camera o del Senato fare le cose che fa Fini oggi? Schifani, Bertinotti, Pera, Violante, Casini, Iotti, Spadolini, Pivetti e tutti gli altri che si sono succeduti nell’incarico di presidente di Camera o Senato hanno saputo rinunciare, per la durata del loro mandato, ad ogni intervento politico che sembrasse di parte. Lui dovrebbe fare altrettanto oppure dimettersi.”