Sette anni di reclusione è la pena inflitta ad Ahmed A. H. per tentato omicidio aggravato dalla premeditazione, dai futili motivi e dal rapporto di parentela. L’uomo, egiziano, è stato accusato dalla figlia 17enne di aver tentato di soffocarla con un sacchetto di plastica dopo averla sorpresa in atteggiamenti intimi con il fidanzato. La sentenza è stata emessa dal Gip Chiara Valori mercoledì con rito abbreviato, con lo sconto di un terzo della pena prevista per questo reato.
I fatti risalgono allo scorso 4 settembre quando, secondo la requisitoria del PM, l’uomo avebbe agito “per salvare l’onore della famiglia, considerando un disonore per la religione musulmana congiungersi carnalmente con persona di fede differente”. Il padre avrebbe pianificato per tutta la notte il modo di uccidere la figlia, rea del disonore e l’indomani, quando la moglie è uscita di casa, avrebbe raggiunto la ragazza nella sua stanza, cercando di soffocarla con una busta di plastica, ripetendo: “Se non sei più vergine devo ucciderti”. Soltanto le parole della giovane che avrebbe detto al padre che il Corano è contro l’omicidio, hanno fatto desistere l’uomo dal portare a compimento il suo piano assassino. La ragazzina ha raccontato che i litigi con il padre per il suo fidanzamento andavano ormai avanti da diverso tempo. L’egiziano 61enne, residente con la famiglia a Milano, si è sempre difeso dalle accuse. Il Gup nel determinare la condanna ha accolto la richiesta del PM con la concessione delle attenuanti generiche equivalenti a quelle aggravanti. A raccontare l’aggressione è stata proprio la 17enne, fuggita dagli zii dopo il terribile episodio di cui è stata protagonista. Inizialmente denunciato per lesioni, il 61enne era poi finito in carcere con l’accusa di tentato omicidio su ordine del gip Vincenzo Tutinelli. Ora si trova ora ai domiciliari. Già nel 2010 l’egiziano aveva picchiato e insultato la figlia a causa della sua relazione con il giovane italiano, adesso 23enne, non parlandole più e invitando anche la moglie a fare altrettanto. La relazione però è clandestinamente proseguita fino ai giorni nostri.