La Guardia di Finanza ha scoperto questo intrigo dopo mesi di indagini e perquisizioni in tutta Italia, coordinando le operazioni con Carabinieri e Polizia, su segnalazione dei comuni stessi, a loro volta allertati dai comuni cittadini. Il problema degli esercizi commerciali illegali aperti da immigrati è molto sentito, specialmente a nord, ma anche in Campania ed altre regioni del sud. Il cuore di questa rete criminale che produceva falsi certificati per esercizi commerciali era in Veneto, dove 5 studi di commercialisti diramava in tutta Italia questi falsi su ordinazione di persone fidate sparse in loco.
Sono stati chiusi centinaia di bar e ristoranti, gestiti tutti da immigrati (a volte addirittura clandestini), che avrebbero truffato ben 552 Comuni italiani con licenze fasulle. La Guardia di Finanza di Padova ha scoperto il raggiro ed ha girato l’imbeccata ai colleghi in tutta Italia, che hanno quindi chiuso 200 negozi “tarocchi” denunciando circa 1600 persone!
Secondo gli inquirenti i falsi Rec (atti del Registro Esercenti il Commercio) venivano forniti da 5 studi commercialistici sparsi nel Veneto, che però avevano i loro contatti con la criminalità organizzata. Non sono ancora emersi i dettagli, ma alcuni uomini affiliati alla ‘Ndrangheta sono stati arrestati nell’ambito di questa inchiesta sia in Calabria, che nel Veneto stesso. Se però questa loro attività sia collegata ai clan della locride non è confermato e su questo la Guardia di Finanza non ha voluto lasciare commenti.
Soddisfatti molti sindaci leghisti del Veneto, della Lombardia e dell’Emilia Romagna, i quali avevano più volte denunciato che certi immigrati facevano una concorrenza sleale nei confronti degli esercenti italiani mettendo prezzi stracciati impossibili da controbattere per chi pagava le tasse ed era in regola con tutte le licenze. Il problema è che però questa maxi operazione della Guardia di Finanza non toglie che molti immigrati aprano delle attività onestamente e con tutti i permessi, cosa che i sindaci leghisti non si danno assolutamente la pena di far notare.