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Elezioni USA 2012, i programmi di Obama e Romney

Elezioni USA 2012, i programmi di Obama e Romney

A pochissime ore dall’Election Day, nell’ambito di una campagna elettorale che non ha mostrato grossi spunti di novità né da parte del presidente USA in carica Barack Obama, né dal candidato repubblicano Mitt Romney, è possibile fare un sommario bilancio di quelli che sono i programmi lanciati nelle convention, nei comizi e nei dibattiti dai due contendenti al “trono”, sebbene la vera campagna elettorale potrebbe iniziare già dopo l’insediamento, in vista del prossimo rinnovo del parlamento del novembre 2014.

Economia. L’intenzione di Barack Obama è quella di lasciar scadere il programma decennale di riduzione delle aliquote per chi guadagna più di 200mila dollari all’anno. L’aliquota per i ricchi salirebbe così di tre punti percentuali. Promette di ridurre il debito pubblico a quattromila miliardi in dieci anni. Il punto dolente del programma di Obama sembra essere quello dell’occupazione, nella  prospettiva probabile di altri due anni di ostruzionismo repubblicano nella camera dei rappresentanti. Il suo “American Jobs Act”, è ancora in discussione. Romney si è invece mostrato favorevole al salvataggio dei tagli di Bush, lascerebbe le aliquote per i redditi più alti al 35%. Ha promesso un taglio del 10% sulle tasse da redditi d’impresa, nonché tagli agli alle imposte immobiliari. Andrebbe ad eliminare anche l’Obamacare, la nota riforma sanitaria, in modo da ridurre il debito di 500 miliardi ogni anno. Manca ancora un piano concreto per l’occupazione.

Energia e ambiente.  Obama.  Non sembra ancora chiaro in che modo Obama voglia tagliare nel breve termine le importazioni di petrolio (del 50% entro il 2020). Sebbene assente quasi del tutto nel dibattito, la gestione Obama ha fatto molto per l’ambiente. Parliamo di efficienza dei carburanti e riduzione delle emissioni derivanti da carbone e mercurio. Romney si è più volte detto favorevole al completamento del discusso oleodotto che attraversa zone a rischio ambientale. Si guarda a nord, principalmente verso l’Artico e l’Alaska, per nuove esplorazioni e future trivellazioni.

Tematiche sociali. Forse è qui che Obama si gioca la conferma della presidenza. Giovani, donne, minoranze. Persone appartenenti a questo blocco credono non si sia stato fatto abbastanza, sebbene la riforma sanitaria di Obama abbia dato tutela a quasi quaranta milioni di cittadini. Il Presidente in carica mira ad una regolarizzazione dei figli degli immigrati, dei matrimoni gay, della libera scelta della donna in tema di aborto e contraccezione. Ma non dobbiamo dimenticare che la Camera è a maggioranza repubblicana. Quando Romney era Governatore del Massachusetts, Romney aveva messo la firma su una riforma sanitaria molto simile all’Obamacare e le sue posizioni su aborto e contraccezione erano molto diverse rispetto ad oggi. Il candidato repubblicano si è nei mesi scorsi mostrato a favore di una riformulazione della legge sull’aborto per renderlo possibile solo nei casi di incesto e strupro. Per quanto riguarda l’immigrazione, Romney renderebbe possibile la regolarizzazione solo a chi presta servizio militare e non a chi è iscritto a scuole superiori o università.

Istruzione. Obama vorrebbe consolidare i fondi federali destinati alla ricerca e all’università, implementare e rafforzare “Race to the Top” (un’iniziativa di accesso alle borse di studio su base competitiva). La non rielezione di Obama comporterebbe la bocciatura dell’American Jobs Acts con il venir meno dei 10 miliardi di dollari destinati all’istruzione pubblica nel corso dei prossimi 10 anni. Romney punta ai buoni-scuola per chi sceglie le scuole private, così come sulle borse di studio e sui prestiti d’onore l’idea del repubblicano è quella di aprire sempre di più al settore privato per facilitare la libera concorrenza anche in quest’ambito.

Politica Estera e Difesa. Sebbene vivo sia il ricordo della strage di Bengasi, con Obama prevarrà un approccio cauto, come quello tipico degli ultimi quattro anni sull’Iran e sulla questione palestinese. Il taglio sarà di 500 miliardi di dollari entro il 2020-2022. Romney ha individuato i suoi avversari: la Russia come principale nemico, la Cina come “manipolatore di valute”, senza parlare della minaccia iraniana. Si guarda all’Europa come cattiva maestra, con richiami alla burocrazia dell’Ue e poi a Grecia, Spagna, Italia. I repubblicani sarebbero pronti a cancellare i tagli alla difesa dell’attuale amministrazione Obama destinando il 4% del Pil al Pentagono.

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