Non si placa la polemica poletica dopo la bocciatura dei referendum da parte della Corte Costituzionale. Antonio Di Pietro è infuriato. Ce l’ha coi partiti, alleti compresi, e con il capo dello Stato. Intervistato da Repubblica, il leader dell’Idv non fa marcia indietro rispetto ai giudizi duri espressi nei confronti di Giorgio Napolitano.
“In democrazia nessuno può essere esente da critiche – ha spiegato l’ex magistrato al quotidiano fondato da Scalfari. – E le persone che hanno raccolto le firme, rinunciando alle ferie? Un milione e duecentomila sono state le firme raccolte. Anche loro meritano rispetto. (…) I rapporti con Berlusconi non li avevo io, bisogna chiedere a qualche giudice della Consulta che ci andava a cena. Il Presidente della Repubblica avrebbe il dovere di accertare di più e meglio cosa è successo: i giornali annunciavano con dovizia di particolari sia la bocciatura che le motivazioni di tipo politico e non giuridico. E’ deprimente – ha aggiunto Di Pietro – che se la prendano con me”.
Il numero uno dell’Idv è infuriato anche per il no all’arresto di Nicola Cosentino da parte della Camera. L’esponente del Pdl è accusato dalla magistratura di rapporti strettissimi con il clan dei casalesi.
“E’ una giornata amara per lo stato di diritto – ha detto Di Pietro a Repubblica – nella quale il Parlamento si è anche trasformato in assemblea criminale con il salvataggio di Cosentino, grazie alla solita compravendita”.