Il nostro amico Portaborse, ancora una volta, grazie al suo aggirarsi per i palazzi del potere ci porta alla scoperta di cose che, probabilmente, mai sapremmo. A Palazzo Chigi, nel cortile dove sono parcheggiate le auto di Monti, il nostro Portaborse immediatamente nota qualcosa di diverso. La statua di Venere e di Marte non c’è più. Poco importa direte voi. Eppure non era una statua qualunque. Era stato l’ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a volerla lì. Come simbolo del suo potere e dei suoi sfarzi.
Il Cavaliere, l’anno dopo la sua ultima elezione, la vide al museo delle Terme di Diocleziano a Ostia e se ne innamorò a tal punto da portarla via da lì e piazzarla nel cortile d’onore. Ora il Premier Monti l’ha fatta togliere, la statua di Venere e Marte non c’è più. Ad indicare proprio il crollo del berlusconismo, come già la rimozione delle statue di Stalin e Saddam Houssein, indicarono la fine del loro potere.
Berlusconi, all’epoca, con grandi pressioni incaricò il Ministero dei Beni Culturali di restaurarla, giacché all’opera mancavano alcune sue parti. Così nell’autunno del 2010 Venere riacquistava le sua mani mancanti e Marte il suo pene. Al restauro lavorarono una dozzina di esperti che, per limitare il più possibile il falso storico, eseguirono studi sulla forma e sulle dimensioni delle parti mancanti, operando confronti metrici con statue analoghe. Sul piano storico, il lavoro fu fatto alla meno peggio e comunque ignorando le regoli basilari del restauro.
Ma ciò che contava per l’allora Premier Silvio Berlusconi era il risultato estetico, la completezza della statua a dimostrazione della sua onnipotenza senza limiti. Ma l’egemonia del Cavaliere sul Paese è finita ed ora la statua è stata impacchettata e restituita al mittente, ovvero al museo di Ostia, a testimonianza di un’epoca ormai giunta ad un definitivo tramonto.