I sommozzatori dei vigili del fuoco e quelli della Guardia Costiera, dopo aver condotto un’altra ed intensa notte di ricerche, hanno rinvenuto questa mattina un altro cadavere all’interno della nave da Crociera Costa Concordia. La nave, come sappiamo, è naufragata venerdì scorso al largo dell’isola del Giglio (Gr). L’uomo indossava il giubbotto salvagente e si trovava sul secondo ponte. Il bilancio dunque accertato delle vittime parla di 6 morti, mentre il numero dei dispersi scende con il ritrovamento di stamane a 16, come ha dichiarato il prefetto di Grosseto, Giuseppe Linardi. “I dispersi attualmente sono 16 ma il dato si sta ancora perefezionando con riscontri incrociati e per avere una cifra definitiva servirà ancora qualche ora. Sul fronte dei soccorsi il problema sono le condizioni meteo in peggioramento”, queste le parole del prefetto.
Fra i dispersi ci sarebbe anche una bambina di 5 anni, che viaggiava insieme al papà e alla compagna, ed altri 6 membri dell’equipaggio. Nel frattempo, continua ad aggravarsi la posizione del comandante della nave. Francesco Schettino, infatti, è in stato di fermo con l’accusa di omicidio colposo plurimo, disastro e abbandono della nave.Anche la stessa compagnia di navigazione ha preso le distanze dai “gravi errori del comandante”. L’armatore sostiene che Francesco Schettino potrebbe “non aver seguito le procedure di Costa Crociere che sono in linea e, in alcuni casi vanno oltre, gli standard internazionali”. Come si legge nella nota: “Sembra che abbia commesso errori di giudizio che hanno avuto gravissime conseguenze: la rotta seguita dalla nave è risultata troppo vicina alla costa, e sembra che le sue decisioni nella gestione dell’emergenza non abbiano seguito le procedure”.
La scatola nera, ritrovata ieri, racconta che la nave si è incagliata venerdì alle 21:58 e che alle 22:10 l’equipaggio avrebbe allarmato la capitaneria di porto per dei problemi al generatore. Alle 22:30, con notevole ritardo, sarebbe scattato l’allarme. Il comandante Schettino continua a rivendicare la correttezza della sua manovra, dichiarando di aver puntato verso l’isola del Giglio per evitare il naufragio in mare aperto. Nel frattempo continuano anche le operazioni di svuotamento del carburante dalla nave (operazione che richiederà almeno due settimane) al fine di evitare, con 2.400 tonnellate di esso, il disastro ambientale. Al momento sembra non esserci pericolo di fuoriuscita del carburante poiché la nave è incagliata in un tratto alquanto basso di mare, a 150 metri dalla riva.