In passato i metodi di coltivazione più diffusi comportavano un grande uso di fertilizzanti e concimi direttamente nei campi. La pratica consisteva nel predisporre le concimazioni già durante la lavorazione e preparazione dei terreni, utilizzando una gran quantità di fertilizzanti.
Oggi i sistemi di coltivazioni di nuova generazione, che vanno dal biologico alla lotta integrata, partono da un uso più attento delle concimazioni, studiando le esigenze delle piante in modo puntuale e fornendo solo macroelementi e microelementi essenziali.
Fertilizzanti per la lotta integrata
La lotta integrata è un metodo di coltivazione sostenibile che consiste in un utilizzo accorto dei metodi di coltivazione, per favorire lo sviluppo delle piante. Spesso quando si parla delle nuove metodologie di coltivazione ci si concentra quasi esclusivamente sull’utilizzo di pesticidi e fitofarmaci. I campi oggi coltivati con metodi biologici o seguendo le norme della lotta integrata presentano invece ampie differenze dalle coltivazioni del passato anche per quanto riguarda macroelementi e microelementi forniti con la concimazione.
Dato che una pianta è tanto più sana quanto è migliore il nutrimento che trova nel terreno; concimare in maniera corretta aiuta a ottenere raccolti abbondanti e coltivazioni in salute, in grado di sostenere gli attacchi esterni, da parte del clima o degli agenti patogeni più diffusi. I fertilizzanti di nuova generazione disponibili in commercio, come ad esempio quelli che si possono trovare su questo sito, si possono calibrare meglio secondo le esigenze delle singole coltivazioni; inoltre si sfruttano varie sostanze ulteriori rispetto all’aggiunta dei soli elementi nutritivi utilizzati in passato.
Macroelementi e microelementi in agricoltura
I macroelementi utilizzati in agricoltura comprendono quelle sostanze che le piante assorbono dal terreno in grandi quantità. Si tratta di tre sostanze principali, quelle che si possono trovare in molti concimi organici e che in passato costituivano la quasi totalità dei fertilizzanti aggiunti al suolo agricolo: azoto, fosforo e potassio, o NPK, se si vogliono usare i simboli chimici che li identificano.
I mesoelementi sono invece gli elementi chimici che le piante utilizzano in quantità medie; se ne aggiungono buone quantità al terreno, ma di certo in dosi di molto inferiori rispetto agli elementi trattati in precedenza. Stiamo parlando di calcio, magnesio e zolfo.
Invece i microelementi sono necessari alle piante solo in dosi minime e sono molto numerosi, dal molibdeno al manganese, dal ferro allo zinco e potremmo citare anche boro, rame e vari altri elementi chimici. Gli elementi chimici utilizzati dalle piante hanno caratteristiche che li rendono necessari: una carenza si manifesta più o meno rapidamente con ingiallimento delle foglie, scarso sviluppo, maggiore difficoltà a difendersi dai principali agenti patogeni.
Concimi di ultima generazione
La ricerca in campo agricolo ha nel tempo compreso che la semplice aggiunta in dosi massicce di macroelementi e microelementi non porta necessariamente a migliori raccolti. Non solo, l’eccesso di elementi chimici nel terreno può risultare controproducente in alcuni casi. Per questo i nuovi concimi si utilizzano in modo più accorto, studiando con attenzione le esigenze di ogni singola coltura.
Oltre a questo sempre più spesso si prediligono nuove modalità di fornitura dei concimi, utilizzando fertilizzanti granulari a lenta cessione, o anche prodotti per assorbimento fogliare, che si possono distribuire sulle piante durante la crescita.