Stanco di trovarsi in quella situazione imbarazzante in cui si riconosce il viso di qualcuno, ma non si riesce a ricordare il suo nome? Nuove ricerche della Scienza Psicologica gettano una luce sul fenomeno. Gli scienziati hanno infatti recentemente scoperto che le caratteristiche di un volto, più che l’intera faccia in sè, sono la chiave per riconoscere una persona. “In passato, si riteneva opportuno guardare olisticamente ad un volto per riconoscere una faccia”, ha rierito Jason M. Gold, coautore dello studio e professore associato di psicologia alla Indiana University, che ha poi aggiunto: “Ma sorprendentemente, abbiamo scoperto che il tutto non era più grande della somma delle sue parti”.
Ma come si può perfezionare questa capacità per farne buon uso? Hagwood Scott, autore di “Memory Power” e quattro volte campione nazionale di memoria, insegna la tecnica per ricordare e mai più dimenticare un nuovo nome. La chiave per ricordare il nome di qualcuno sta nel fare un collegamento tra il nome del soggetto e qualcosa che si può facilmente ricordare, dice Hagwood Scott. Allitterazione e rima possono essere molto utili, suggerisce Hagwood.
Se incontriamo un nuovo Henry ad esempio, aal momento che abbiamo un vecchio Henry in mente, bisogna cercare di formare una connessione tra le caratteristiche del nuovo Henry e l’originale Henry, dice Hagwood. Disegnando questo parallelo, in queste condizioni il cervello inizia ad utilizzare tale caratteristica come un trigger di memoria. Un esempio semplice: entrambi gli uomini hanno i capelli corti. “Dal momento che gli stili di capelli possono cambiare di frequente, non è la scelta più saggia per effettuare connessioni” dice Hagwood. Un metodo migliore: “Scegli qualcosa che non ti piace del vecchio Henry. Forse il primo Henry ha la pelle assolutamente orribile, ma il nuovo ha magari un volto liscio come se fosse uscito da un annuncio pubblicitario di Clinique“. Un modo semplice per non scordare il nome di un individuo è anche quello di pronunciare il suo nome ad alta voce in conversazione. Questa consapevolezza tecnica può condizionare il cervello ad associare il suono del nome delle persone al loro volto, dice Hagwood. Basta non esagerare con la ripetizione, altrimenti si avverte che l’interazione è forzata.